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mercoledì 21 novembre 2007

Considerazioni

Mi piacerebbe cominciare a scrivere sul blog un po' di cose sugli articoli che sto scrivendo. In fin dei conti sto facendo qualcosa che mi piace veramente e poco importa se chi legge troverà palloso riflessioni sul futuro nucleare dell'Iran o sullo scudo nucleare americano in Europa. In fin dei conti è anche questo un modo per esprimere me stesso, attraverso un interesse che sta crescendo verso la materia geopolitica.

Recentemente, l'America ha fatto un passo indietro sulla storia della costruzione dello scudo missilistico. Di che si tratta? I piani del Pentagono prevedono la costruzione di un radar in Repubblica Ceca ed una base in Polonia con lo scopo ufficiale di proteggere l'Europa da future minacce atomiche iraniane. Il quale regime di Teheran, dopo le sortite sull'esistenza poco giustificata di Israele (per usare un eufemismo), pare per lo meno poco affidabile.
Resta il fatto che le analisi condotte fin'ora sembrano però confermare quanto temono i russi e cioè che la costruzione dello scudo serve più che altro a rafforzare il controllo americano sull'Europa in funzione antirussa più che proteggere da eventuali missili iraniani (che fin'ora non esistono, e se esistono hanno una gittata ridotta. E inoltre non sono atomici).
La guerra fredda e la divisione dell'Europa non sono quindi finite: gli americani hanno sfruttato un quindicennnio di sbandamento russo per fare definitivamente dell'Europa il proprio cortile di casa ed adesso che Putin comincia ad alzare la testa si trovano davanti un ostacolo imprevisto. Tanto che Putin per il momento ha un mano l'eventuale situazione del problema iraniano, in quanto la Russia rimane l'unico difensore di Teheran nel Consiglio di Sicurezza dotato di diritto di veto. Non è ovviamente interesse di Mosca un Iran con l'atomica (sconvolgerebbe gli equilibri nella regione più delicata del mondo) ma allo stesso tempo dare corda al regime di Akhmadinejad significa poter mantenere una posizione di forza nel panorama internazionale. Alleati tattici, li hanno definiti alcuni commentatori.

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