ATTENZIONE: LA LETTURA DI QUESTO BLOG POTREBBE SERIAMENTE METTERE A REPENTAGLIO LA VOSTRA SANITA' MENTALE: SIETE SICURI DI VOLERVI MALE FINO A QUESTO PUNTO?

mercoledì 19 dicembre 2007

Adieu

Ho detto addio. Anzi, ho pensato addio. Non mi sentirai più. Non aspetterò più trepidante un tuo segnale, non starai giorni aspettando una mia parola, una mia immagine, una mia sensazione. Non mi dirai più i tuoi segreti, non svelerai le tue debolezze, non ti appoggerai sulla tastiera per scrivere quello che ti passa per la testa. Non avrò non avrai più una sicurezza. Ci sono sempre stato ci sei sempre stata. Abbiamo condiviso sogni, speranze, emozioni, riflessioni, immagini, sapori, sensazioni. Ho dovuto dirti addio.
Eri il mio sole, mi svegliavo di mattina e anche se pioveva sapevo che tutto aveva un senso. Ora non più. Non posso vivere nel ricordo, il passato è passato il futuro è futuro. Forse sono cresciuto, forse ho capito che nella vita si deve guardare avanti. Non saprai mai quello che penso, non puoi saperlo. Ma sei stata per me quello che ogni uomo sogna, la perfezione dell'unione, l'estasi del sentimento, la perdita dell'indipendenza. Con te avrei girato, conosciuto, assaggiato, annusato, toccato, sentito. Con te avrei guardato il tramonto, fatto il caffè alla mattina, ti avrei guardata ancora nel sonno, con gli occhi lucidi, orgogliosi. Il tuo profumo in testa, la tua voce, la tua pelle. Andare oltre è difficile.
Ti ho detto addio, ma non lo sai. Forse lo hai capito. Nella mia testa qualcosa è cambiato, la vita va oltre. Va oltre uno sguardo felpato, va oltre un bacio rubato, va oltre una passeggiata abbracciati, va oltre un abbraccio tremante, va oltre un messaggio timoroso, va oltre l'attesa frenetica, va oltre il sapore della terra, va oltre chi c'è e chi non c'è. Qualcuno diceva che gli amori migliori sono gli amori perduti. Aveva ragione. La perfezione sta in quello che non possiamo (più) avere. La realtà è imperfetta, il ricordo è dolce e tremante. Siamo uomini. Amiamo. Ci amiamo. Quello che è passato non torna. Un'immagine. I tuoi capelli vaporosi, l'occhio che guarda lontano, chissadove. Ti amavo, non ho più il coraggio di farlo.
Perdonami.

lunedì 17 dicembre 2007

ColumbusEgg

Credo di aver appena scoperto l'ennesimo uovo di colombo. Stavo speluzzando un asciugamano che era finito in lavatrice insieme con un fazzoletto di carta (devo ancora imparare un po' di cose sul vivere da soli) quando mi è venuta una visione. Uno dei due motivi per cui l'America ce l'ha con il mondo è la religione(l'altra è essere un impero). Mi spiego: la cultura americana (o, meglio, la civiltà americana) è imbevuta dell'elemento religioso. Se ci pensiamo, la religione è sempre stata uno dei fattori trainanti le guerre, anche se spesso come elemento di copertura di altre motivazioni. Resta il fatto che la religione come nessun'altra cosa riesce a coalizzare i popoli contro altri popoli.
Ora, secondo Michael Moore (e non solo, cito l'esempio più blasonato), l'America nella sua storia ha sempre avuto bisogno di un nemico per giustificare la spinta verso la coesione interna (ricordiamoci che è uno stato giovane) e quindi la stessa propria esistenza. Moore però non mi pare vada oltre, visto che non va ad analizzare quali sono gli elementi comuni tra quelli che l'America vede come "nemici".
In realtà, se guardiamo al Novecento, l'Unione Sovietica ed adesso l'Islam condividono un elemento: il fatto di avere una religione diversa (o non averla proprio). Agli occhi dell'Americano medio, il sovietico ed il musulmano sono due infedeli e per questo devono essere resi impotenti, favorendo così la vittoria del bene.
La propaganda e la stessa civiltà americana sono infatti imbevuti di un messianesimo che trae origine dalla religione cristiana, recuperando le categorie del prossimo oltre che del bene e del male. Nel caso del prossimo, però, sembra essere ritornati al Medioevo, quando si promuovevano le Crociare contro gli infedeli. Altro che Al Qaida...

giovedì 13 dicembre 2007

MindTheReport

Mi sto gaurdando la videochat del Corriere sull'intervista a Milena Gabanelli. Tocca un tasto abbastanza dolente, cioè quello dell'Italia che non funziona.
La Gabanelli dice una cosa di cui da tempo sono convinto e cioè che l'Italia non funziona perché c'è carenza di onestà. E la carenza di onestà si riflette in un sistema giudiziario che non funziona. In Italia non servono grandi eroi, servono solo persone che facciano la propria parte in modo onesto. Solo così un paese funziona.
Secondo punto, dice la Gabanelli, che sia difficile scavare in Italia non è vero: in realtà, lo dice in modo molto sottile, fare giornalismo scomodo in Italia è possibile, salvo che ovviamente i gruppi di pressione fanno la loro parte. Quello che suggerisce la giornalista è che in realtà la classe giornalistica in Italia non ha coraggio perchè se ce l'avesse potrebbe fare tranquillamente il proprio lavoro.
Credo che la realtà sia quella di un paese troppo frammentato, senza coesione, senza radici, che non condivide un progetto. L'Italia nasce per un desiderio imperialistico, quello dei Savoia di voler estendere il proprio dominio. Senza l'appoggio dei grandi stati europei, ottenuto attraverso la partecipazione alla guerra di Crimea, i Savoia non avrebbero potuto realizzare il loro progetto di unificazione di quello che fino ad allora era stato uno dei territori più frammentati d'Europa. Se infatti essi non avessero avuto il beneplacito di Francia, Germania e Asburgici, sarebbe stato molto difficile modificare l'equilibrio geo-politico della penisola senza incorrere nella reazione dei "grandi d'Europa". Questa tensione all'unificazione, però, non era condivisa in maniera sufficientemente diffusa a livello dei vari contesti locali: il Piemonte stava con i propri governanti, ma se pensiamo al Veneto, già vittima del tradimento napoleonico, gli studi sul boicottaggio del referendum fanno pensare alla volontà di rimanere sotto l'Austria. Nel sud, i Siciliani ne avevano già abbastanza di subire monarchie predatrici straniere da voler creare uno stato indipendente (e lì nacque la mafia): altro che un nuovo re quindi!
Forse bisognerebbe andare a rivisitare il modo con cui abbiamo imparato la storia sui libri di scuola, che sono (a torto o a ragione) decisivi nel formare la coscienza storica degli individui...

mercoledì 12 dicembre 2007

GrazieLondra

A poco più di una settimana dalla mia partenza, sento di dover ringraziare questa città, che in cinque mesi mi ha dato tanto anche se talvolta ha preteso tanto in termini di sicurezza personale. Stare via da casa non è facilissimo, io però non ne ho sentito molto il peso negli ultimi anni. Ma stavolta è stato diverso, sono partito in un periodo non facile della mia vita, è stata la prima volta che sono uscito "da adulto", in cui me la sono sempre cavata da solo. I soldi poi sono quello che cambia tutto: se te li devi guadagnare, fai uno degli scalini che ti portano a diventare adulto. Non posso dire di essere adulto, sono sempre il solito scassaballe insicuro presuntuoso di sempre (sono la sintesi delle antitesi direbbe qualcuno...mi piace sta frase, devo ricordarmela...) ma almeno sono diventato consapevole di esserlo. E qua cominciano i problemi. Ci penserò una volta a casa.
Intanto però devo dire grazie a Londra, una città che ti sorprende sempre. Una città in cui tutto funziona, in cui tutti sono al loro posto (a parte i negri....ho sviluppato il razzismo verso i negri. Sono maleducati, rumorosi e non hanno un minimo di cultura...in parte è colpa nostra, lo ammetto), in cui ti senti abbastanza sicuro, anche se torni a casa alle cinque di mattina (come oggi) e sai che non ti succede niente. La chiave è che qui la gente va a letto presto e, anche se no, non sta in giro tutta la notte a cazzeggiare e bere...
E poi la gente è valida...ok, hanno il vizio del sarcasmo ma, se gli fai capire che non lo gradisci (mai farlo durante il lavoro, potrebbero spedirti a casa come successo...) tornano al loro posto. E poi sono onesti, assomigliano alla gran parte dei veneti. La differenza è che sono meno stressati e meno ossessionati dal "scheo". Qua la gente è più tranquilla, più pacifica e, cosa che si nota subito, è sempre di buon umore. Verrebbe da dire che, paese nordico, la gente sia silenziosa e triste. Contrario: l'inglese medio è un pacioccone, che parla parecchio ma senza chiaccherare. Vivendoci, penso di aver capito un po' come funzionano: qua sono tranquilli perchè non devono continuamente pararsi il culo da uno stato che gli porta via tanto dando loro indietro poco e quindi la loro esistenza è serena. Non ci sono grandi problemi. E' questa la magia del welfare state di origine nordica.
E poi sono fondamentalmente solidali: se hai un problema, il vero inglese è empatico: ti sostiene, ti dà consigli, ti sta vicino. Un po' come il veneto medio. Con la differenza che il veneto e l'inglese vanno difficilmente d'accordo perchè entrambi all'inizio sono un po' diffidenti (giustamente...se vai a Napoli tutti amici, salvo poi prendertelo in culo quando hanno bisogno di qualcosa)e quindi ci sarebbe un clash of civilization..:) troppo chiusi entrambi, ci sarebbero problemi. Lo dice uno che sa di non essere il re degli aperti...
In ogni caso, visto che credo vivamente nell'importanza delle esperienze all'estero dei ventenni, consiglio di viverci per un po'. Poi si torna a casa con l'idea di come funzionano le cose in un paese civile (non che il Veneto non sia civile, ci mancherebbe) e un po' di idee su come migliorare la propria terra se si ha un po' di coscienza civile...

lunedì 10 dicembre 2007

PerchèOriginaleE'meglio

Oggi, visto che ormai mi sta prendendo il clima Natale+torno a casa, ho deciso di mandare la biblio a puttane e mettermi a fare tutte le cose che devo fare prima di andare via. A parte stamattina che ho mandato a casa un pacco di roba, oggi pomeriggio ho deciso di andare in centro (che figata poter dire che si è andati a fare un giro in centro, a Oxford Street...se fossi a casa al massimo mi scapperebbe un Via Roma o un Corso Garibaldi...se poi va di lusso c'è Corso Palladio...troooooooooooooppo figata) per vedere cosa offriva il mercato. Spetta, prima sono andato a Covent Garden, giusto per vedere chi suonava ed i mercatini. C'è sempre una bella atmosfera a Covent Garden...comunque dicevo che sono andato a Oxford Circus per cercare roba da regalarmi. A parte il resto, sono entrato alla Virgin a vedere i cd e mi sono preso il the best di Elvis e un cd dei Keane. Ma non voglio parlare della musica (che, ovvvvvvvvvvvvviamente per me è ottima...:) più che altro di quello che mi è venuto in mente...sono talmente abituato a scaricare musica (ma credo di poter utilizzare tranquillamente il "siamo") che ormai mi ero dimenticato che bello che è comperarsi un cd. Non è una cosa impersonale, fredda ma è come tornare bambini e scartare un regalo. Ok, mi prenderete per pazzo. Invece sto parlando seriamente. Il consumismo (e, in questo caso, internet) ci ha abituato che possiamo avere quello che vogliamo e x di più senza pagare. Quindi non facciamo più caso al gusto di comperarsi un cd, aprirlo, guardare dentro e leggere i testi (se poi lo fai sulla Northern Line), proprio come fanno i bambini quando gli arriva un regalo. Se poi te lo comperi con i soldi tuoi, non c'è rischio che cominci a prestarlo in giro se non hai almeno un cd della persona a cui lo presti...:)
Quindi, morale della favola...abbasso il consumismo e viva la piccola vita di tutti i giorni che ti fa accontentare di poco. E cavè el Musso Virtuae come go fato mi...

sabato 8 dicembre 2007

GiustiziaE'fatta

Forse esiste una giustizia divina. O forse è vero che, alla fine, quello che si semina si raccoglie.
Daniele Luttazzi è stato licenziato da La7, reo di aver rivolto accuse pesanti a Giuliano Ferrara nella nuova puntata di Decameron che, proprio per questo non andrà in onda.
All'inaugurazione del programma, i vertici della compagnia avevano assicurato all'ex Panfilo Maria Lippi la massima libertà di parola ma pare che il comico li abbia presi troppo in parola, addirittura varcando il confine tra satira e offesa.
Sinceramente, un po' di satira, come dice il direttore di rete, in televisione mancava. Fare ironia e spettacoli volgari travestiti da ironici è facile in Italia. Fare una satira vera e geniale, è cosa da pochi eletti. Luttazzi, fino a non molto tempo fa, ci riusciva.
Poi, complice l'"editto di Sofia", è stato preso da un mix tra delirio di onnipotenza e complesso della vittima che lo ha portato a ritenere di dover prendersela in maniera pesante con chiunque gli stesse a tiro.
Stavolta è capitato a Ferrara, in precedenza non sono stati risparmiati i politici, di tutti gli schieramenti politici, anche se con qualche preferenza...
Fare satira, in Italia, è come dappertutto un diritto sacrosanto. Così come i comici, se ritengono di dover "fare politica", sono liberi di farlo (Grecia docet). Quando però dalla satira si passa all'offesa personale (e Luttazzi non è nuovo a questo genere di cose) di sorpassa la linea del consentito, si lede il principio delle sfere di libertà che ordina la società.
Giustamente, quindi, il "povero" Luttazzi è stato punito per la sua hybris.
Se tornasse, insomma, a fare Tabloid, saremmo un po' tutti più contenti.

venerdì 7 dicembre 2007

HeyKidsLeaveTheTeachersAlone

Qui nella sempre più avanti Albione ultimamente c'è un nuovo dibattito che riguarda i metodi da usare per educare la gente a scuola.
A 25 anni dal 1982, da quando cioè sono state bandite dalle scuole, le punizioni corporali tornano ad animare i dibattiti dell'inglese medio, quello dell'impermeabile kaki sotto la pioggia di Londra.
Ebbene pare che, udite udite, si pensi di riammettere l'educazione con metodi un meno soft vista l'escalation di violenza che si registra verso maestri e professori: si calcola che l'anno scorso siano stati più del 90% gli insegnanti che hanno denunciato violenze ed intimidazioni da parte dei loro studenti.
Ovviamente è venuto fuori il casino perchè i benpensanti degli psicologi hanno ribadito che i metodi ragionevoli possono di più delle punizioni corporali. Giustamente è stato risposto loro che se ciò fosse vero, gli studenti inglesi dovrebbero essere i più disciplinati del mondo, cosa che invece è lungi dal vero, anzi. Pare che in Europa gli studenti inglesi siano infatti tra i peggiori.
Negli anni '70 i Pink, sulla scorta delle rivoluzioni sessantottine, cantavano la rabbia degli studenti verso un sistema giudicato eccessivamente repressivo e fondato sull'intimidazione verso i deboli studenti. Oggi siamo passati all'estremo opposto e pare che il sistema ne prenderà atto ancora una volta. Forse torneranno le punizioni corporali, forse no. Ma quel che conta è che qui un dibattito, qualunque dibattito, parte dal sacro principio del rispetto della posizione dell'avversario, perchè si ritiene che sia anch'essa fondata. Qui non c'è la demonizzazione di tutto ciò che non è pensiero proprio e, soprattutto, c'è molta più onestà: il rispetto della posizione dell'avversario nasce dalla consapevolezza che, come la propria, anche questa posa su convinzioni e non, generalmente parlando, su interessi di parte e giochi delle parti.
Il mio amico Checco che vive a Washington dice che in America niente è definitivo (forse De Beers avrebbe qualcosa da dire), che ogni cosa che non ottiene l'effetto sperato viene mmodificata. Di cose da imparare dagli anglosassoni ce ne sono, quindi benvengano robe tipo Erasmus o scambi internazionali (se un po' più seri in ogni caso). Chissà che non ci togliamo di dosso un po' di provincialismo...

mercoledì 5 dicembre 2007

StatoDiIncoscienza

Clementina Forleo sta per essere trasferita. Il Csm ha deciso che, a causa delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi in merito a pressioni di ambienti politici e che, rivelatesi infondate, hanno creato allarme ingiustificato nell'opinione pubblica, la Forleo, se ritenuta colpevole dopo la conclusione dell'istruttoria appena iniziata, dovrà essere trasferita e non potrà più svolgere funzioni monocratiche (potrà giudicare solo all'interno di un collegio).
Ripercorriamo le vicende: Clementina Forleo è stata uno dei gip chiamato ad indagare sulle vicende delle scalate bancarie che l'hanno scorso hanno tenuto banco. Conclusesi tutte in fallimenti da parte degli istituti di credito italiani, esse hanno visto finire in galera i protagonisti principali: Fiorani per BPI e Consorte per Unipol.
In più, tutte le intercettazioni diffuse sui quotidiani hanno ampiamente dimostrato la profonda connivenza tra ambienti politici ed economici (Fassino, D'Alema, Luigi Grillo e Bankitalia con Fazio, in un vortice di favori e controfavori nel quale si poteva perdere l'orientamento).
Inutile negare che quella delle scalate è stata una delle vicende più importanti dell'Italia degli ultimi anni in quanto le conseguenze sono state numerose: dimissioni di Fazio dopo un lungo tira e molla e ripresa di credibilità di Bankitalia sotto Draghi; tentativi plurimi di far passare la legge sulle intercettazioni; vendita di Antonveneta ad Abm Amro, fallimento della BPI oltre che galera per i personaggi predetti. Per non parlare del vergognoso balletto del viceministro Visco che ha preteso di allontanare i vertici della GDF lombarda che stavano indagando sulle vicende delle scalate.
Adesso il cerchio si chiude: Clementina Forleo in veste di gip milanese aveva cominciato ad indagare sulla complessa rete di relazioni politico economiche che pare fossero spesso sfociate dell'illegalità e la reazione degli ambienti politici non si è fatta attendere. In seguito a numerose pressioni da parte degli ambienti politici coinvolti, è stata aperta una procedura disciplinare che mira a dimostrare come le denunce della Forleo (talvolta in seguito a pressioni ad personam) siano ingiustificate e non supportate da prove.
Non credo sia il caso di commentare più di tanto: siamo di fronte all'ennesimo caso in cui la politica (sia di destra che di sinistra) alza le barriere attorno a sè, restringendo ancora di più il campo ed allontanandosi ulteriormente dall'opinione pubblica. La politica che conta numerosi amici nelle file della magistratura (lo stesso capo dello stato, che è anche presidente del CSM, buon uomo, non ha mosso un pollice per fermare il trasferimento del giudice di Catanzaro che stava indagando sui finanziamenti comunitari finiti in mazzette) fa in maniera di eliminare il (solo teorico) principio della separazione dei poteri, salvo poi fare la vittima (vedi Mastella) quando la giustizia bussa alla porta.
E non ho letto un articolo, fosse uno, a difesa di Forleo o del giudice di Catanzaro. Siamo proprio alla frutta. Tanto per citare un esempio: il caro Corriere della Sera, che l'anno scorso tanto si è speso per supportare l'Unione in quanto "moralmente più integra", oggi è lungi da fare un mea culpa e riconoscere che la merda, rossa bianca o nera, è sempre merda. Ma forse il caro Mieli preferisce la merda rossa.

mercoledì 21 novembre 2007

Considerazioni

Mi piacerebbe cominciare a scrivere sul blog un po' di cose sugli articoli che sto scrivendo. In fin dei conti sto facendo qualcosa che mi piace veramente e poco importa se chi legge troverà palloso riflessioni sul futuro nucleare dell'Iran o sullo scudo nucleare americano in Europa. In fin dei conti è anche questo un modo per esprimere me stesso, attraverso un interesse che sta crescendo verso la materia geopolitica.

Recentemente, l'America ha fatto un passo indietro sulla storia della costruzione dello scudo missilistico. Di che si tratta? I piani del Pentagono prevedono la costruzione di un radar in Repubblica Ceca ed una base in Polonia con lo scopo ufficiale di proteggere l'Europa da future minacce atomiche iraniane. Il quale regime di Teheran, dopo le sortite sull'esistenza poco giustificata di Israele (per usare un eufemismo), pare per lo meno poco affidabile.
Resta il fatto che le analisi condotte fin'ora sembrano però confermare quanto temono i russi e cioè che la costruzione dello scudo serve più che altro a rafforzare il controllo americano sull'Europa in funzione antirussa più che proteggere da eventuali missili iraniani (che fin'ora non esistono, e se esistono hanno una gittata ridotta. E inoltre non sono atomici).
La guerra fredda e la divisione dell'Europa non sono quindi finite: gli americani hanno sfruttato un quindicennnio di sbandamento russo per fare definitivamente dell'Europa il proprio cortile di casa ed adesso che Putin comincia ad alzare la testa si trovano davanti un ostacolo imprevisto. Tanto che Putin per il momento ha un mano l'eventuale situazione del problema iraniano, in quanto la Russia rimane l'unico difensore di Teheran nel Consiglio di Sicurezza dotato di diritto di veto. Non è ovviamente interesse di Mosca un Iran con l'atomica (sconvolgerebbe gli equilibri nella regione più delicata del mondo) ma allo stesso tempo dare corda al regime di Akhmadinejad significa poter mantenere una posizione di forza nel panorama internazionale. Alleati tattici, li hanno definiti alcuni commentatori.

venerdì 16 novembre 2007

Assurdità

Assurdità numero 1:
in Scozia un tipo è stato multato per atti osceni in luogo pubblico. Si stava scopando la bicicletta.

Assurdità numero 2:
commento sul film "La pazzia di re Giorgio" (un cult: credo che la mia prof di inglese delle superiori abbia tentato di farcelo vedere. Tentativo fallito), commento di un giornaletto metro free: "Circolano voci che quando fu il momento di dare un nome al titolo si fosse pensato originariamente a "La follia di Re Giorgio III (lui era Giorgio terzo). Siccome però il regista pensava che gli americani non lo sarebbero andati a vedere perchè avrebbero pensato di essersi persi i primi due, si decise di cambiare". Ora, quando letta, la cosa mi ha fatto ridere mezz'ora in metro con la gente che mi guardava strana. Arrivato al lavoro, l'ho fatta leggere agli altri. Oh, manco uno che abbia riso. ma dove cazzo è lo humour inglese?

In ogni caso...è dura. Psicologicamente dura. Passi una vita a credere di poter essere normale e alla fine normale è solo qualcosa che si nasconde dietro la prossima porta che, una volta aperta, ti fa capire che ti eri illuso. Idiota, le illusioni uccidono. La realtà salva...accetta la realtà e sarai normale. O no...Chi lo sa, chi se ne frega. Perdi l'identità, non sai pi+ chi sei, cosa vuoi, da dove vieni dove vai. Ti cerchi, chiedi agli altri di farlo per te.Niente, non ti trovi. Non sei da nessuna parte. tenti di staccare il cervello, ma non riuscirai mai a ripristinare la configurazione originale. Brain washing, butta fuori la merda che hai dentro, però si riproduce. Impazzisci. beata ignoranza, chi è ignorante non pensa e vive beatamente, ignaro del casino che è la vita. Ogni tanto penso e scrivo che la chiesa ha rovinato l'occidente in passato, lo ha lasciato nella propria merda dell'ignoranza. Ma ha fatto male? chi è ignorante vive meglio, devono aver pensato i vari Bonifacio ed Innocenzo. lasciamoli così, affogare nell'ignoranza. tanto, chi è ignorante non può pensare che ci sia qualcosa di cui non ha cognizione. Forse avevano ragione i vari Bonifacio ed Innocenzo ed avevano torto i Campanella, Leonardo e co.
meno conoscenza ma più tranquillità. la verità è che siamo soli ma abbiamo paura ad ammetterlo, è allora ci inventiamo Dio per sentirci più al sicuro. Viviamo una vita di fede e viviamo meglio, ignari. Per questo ammiro chi ha fede, perchè si fa meno bombe mentali.
Grazie Ratzinger

lunedì 22 ottobre 2007

PresunzionePeccatoCapitale

E ci risiamo...sempre la solita merda. Chi è che pensava che caduto Berlusconi le cose sarebbero cambiate in meglio? Illusi...tutti. Vergognatevi.
Pensavate che Berlusconi ed il berlusconismo incarnassero tutti i mali d'Italia. Pensavate che così in basso non si fosse mai caduti, che dall'Eden si fosse passati all'inferno. Illusi, ed in malafede.
Quello che sta accadendo in questi giorni spero vi faccia rinsavire. Avete voluto Prodi, credevate che tutto sarebbe cambiato, avete lottato per far cadere Berlusconi e adesso vi accorgete che il Paradiso che pensavate sarebbe arrivato...
Mi fa piacere, non può altro che farmi piacere. Siete andati avanti anni a reclamare una superiorità morale che adesso siete costretti (spero...) a rinnegare.
E mi fa piacere, non può altro che farmi piacere. Voi che guardavate dall'alto la metà che votava per il centrodestra, ritenendoli i vostri fratelli (ma neanche...) scemi. Vi sta bene. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Spero non fosse nelle vostre intenzioni un governo che calpesta la libertà di parola, che non rimedia alle legi infami fatte da Berlusconi.
Qualcuno ha detto che l'errore peggiore è voler distruggere il nemico. Complimenti. Vi siete cacciati nella merda da soli. E noi non verremo a soccorrervi.
Non dovevate dare attenzione al debito pubblico? Lo state facendo salire. Avete approvato una finanziaria che aumenta ancora le uscite, rinnovate contratti quando non ce ne sarebbe bisogno, date soldi a chiunque alzi un po’ la voce. Vergognatevi, non rispettate nemmeno gli inviti di Draghi.
Nel 2006 avete aumentato le tasse, promettendo di far scendere il debito. Bugiardi. Ed in malafede.
Avevate promesso di abolire la Cirielli, avete finito per lasciarla lì per tenervi buono il centrodestra. Così come avete fatto con l’indulto: una buona carta per salvare tanti parlamentari, per far stare zitto Berlusconi che aveva alcuni amici messi male…per lo meno Previti si è dimesso. Non certo per merito vostro.
Avete annacquato lo scalone, ne avete fatto un pasticcio peggiore di prima, facendolo passare per una conquista dell’umanità. Con la conseguenza che per i giovani sarà ancora più difficile andare in pensione. Grazie, l’avete fatto per noi. Idioti. Quando finirò di lavorare e vorrò comperarmi una casetta in campagna e non avrò i soldi verrò a cercarvi.
Siete deboli. Siete ostaggio del peggiore assistenzialismo e clientelismo…contate i voti che vi danno i sindacati ed a Natale comperatevi un regalo per ringraziare di essere ancora lì dove state.
Dovevate ritirare i soldati da tutti i fronti. L’Iraq era già in programma per l’autunno scorso già con il governo Berlusconi (andatevi a rivedere le cronache di allora), li avete lasciati dove sono in Afghanistan, avete addirittura chiesto più poteri per loro e, non contenti, avete mandato una missione in Libano. Pace, dite. Balle. Difesa della costruzione di una serie di gasdotti ed oleodotti provenienti da Iran e Caucaso, questa è la realtà. Bugiardi. Ed in malafede.
Dovevate tagliare le spese, le avete fatte aumentare. Avbete rimpinguato di soldi il meridione che bruciava quest’estate, un buon modo per avere altri soldi da Roma. Idioti, vi fate spillare senza pietà.
Avete lasciato via libera a Mastella per far spostare i giudici di Catanzaro. Pieno stile mafioso, non c’è che dire. Complimenti.
Mi fermo quam, credo sia abbastanza.
Mi avete rotto le balle per cinque anni, adesso tocca a me. Presunsuosi.

martedì 16 ottobre 2007

Sono passati dieci giorni dall'ultima volta che scritto. Nel frattempo ho cambiato casa. Sono finito a vivere col mio datore di lavoro e sua sorella. All'inizio (ed in parte ancora adesso) sono poco convinto della scelta...insomma, perché il mio datore di lavoro dovrebbe dare una stanza in affitto ad un proprio dipendente?
le risposte che mi sono dato sono ovviamente tante: primo, ha la madre italiana; secondo, stava comunque cercando qualcuno a cui affittare una stanza; terzo, mi ritiene uno di cui fidarsi. Oppure è uno psicopatico recchione che me lo vuole piazzare tra le chiappe. Non credo, ha una morosa figa e pare uno a posto. ma non si sa mai, per prudenza chiudo la porta della camera.
In ogni caso, la vecchia da cui stavo non è stata gran bene ed ha fatto intendere a me ed alla polacca che forse era meglio che ci cercavamo un altro posto.
E così cerca che ti cerca, una sera parlando con Robert è saltata fuori la possibilità. Nel frattempo avevo visto un po' di posti e mi ero reso conto che in giro c'era tanta merda, ma proprio tanta...un appartamento qua a Streatham con sette o otto stanze e nove persone dentro. Un mercato, un porto di mare. Cose che a me non piacciono, io sono per i posti tranquilli. Magari pago un po' di più ma almeno vvivo in un posto decente.
Comunque tanto sta. Adesso sono seduto in poltrona in salotto, rubando la connessione di un vicino che forse lo sa ma non dice niente 8anche perchè non saprà neanche dove cercare per trovarmi, con il rischio però che stacchi il pc e mi mandi in culo la connessione...rischi del mestiere. Purtroppo per adesso non sono riuscito ad attaccarmi alla rete di casa, non riesco a vedere il router. Domani o dopodomani andrò al negozio di Orange a vedere come mai sto casino.
Intanto domani arriva su il Medici, che ha deciso di cambiare aria. La cosa gli farà bene. Ripartire la zero fa sempre bene, sempre meglio che lasciar perdere tutto. Sono contento che abbia deciso così.
Stasera sono stato a lavorare a Chelsea, nell'altro ristorante del gruppo. Bel posto, atmosfera raffinata come sempre, clientela in un certo senso migliore di Balham. Migliore nel senso di più mance, di disponibilità a chiaccherare con i camerieri, a conoscere la loro vita ed a confrontarsi con loro sul locale, sui cibi, arrivando al lavoro in generale etc. stasera ho avuto una vera impressione di British Style, di ciò che ha reso la Gran Bretagna grande nel mondo. Il gusto di conoscere persone veramente superiori in un certo senso.
In ogni caso, mance ottime (mediamente 5-10 sterline per tavolo), discussioni interessanti, ambiente stimolante. La formula giusta. Credo sia un piacere per persone di un certo livello entrare in un locale per rilassarmi e magari fare due chiacchere col cameriere che viene da un altro Paese, che conosce abitudini diverse, che magari ha un po' girato il mondo, che è interessato dal mondo. Non la conversazione banale che csi può avere col cameriere di un pub. "Bello il tempo oggi eh?" "Eh si speriamo che duri". Lasciamo queste cose a chi non apprezza.
Quindi spero di tornarci, la cosa mi è piaciuta.

domenica 7 ottobre 2007

Sto acoltando i Queen, Greatest Hits II. Sono appena tornato da lavoro. Non sono a casa, non sono più nella stessa casa. Sono a Southfields, casa della zia.
C'è un che nell'aria, sarà perché nell'ultima settimana ho girato mezza città alla ricerca di una stanza which suited me...ma fa un certo che cambiare così velocemente. Chissà, lunedì mi trasferirò nella nuova casa. Non so cosa mi riserva il futuro...voglio dire...vado a vivere con gente che conosco, ma sono sempre in un paese straniero. Ok, conosco la lingua, ma sono da solo. Non so (più) uno che sente la nostalgia di casa, son diventato un cinico menefreghista senza arte nè parte. Ecco, se dovessi definirmi direi proprio così, un cinico menefreghista senza arte nè parte. It suits me...
Però sono libero, mi sento libero. Posso fare quello che voglio. Guadagno abbastanza da vivere bene, ho un bel lavoro, interessante, vario. Ho conosciuto parecchia gente, da tutti gli angoli del mondo. Stasera ho fatto un po' di strada assieme ad un brasiliano di Sao Paulo, che quindici anni fa ha mollato tutto ed è venuto a fare il cuoco qua. Qua ha conosciuto la donna della sua vita ed adesso ha una famiglia.
Credo sia il destino di quelli come me che si sentono cosmopoliti, ma non nel senso del mio amico Lello che gira la Turchia in autostop e dormendo sui treni. Mi sento cosmopolita nel senso che ho una dimensione che trascende i confini, che va oltre il sentire comune. Ho una sensazione di grandezza che più di una volta mi ha fottuto.
Però sono fatto così, sono libero ed insofferente di mio. Non sto completamente bene da nessuna parte, però è girando e conoscendo che mi sento soddisfatto. Mi sento di non avere radici. E questo non è gran cosa...Finisci con l'essere apolide per aver voluto assecondare i tuoi istinti. Gli istinti non sempre sono cosa buona, spesso per la loro irrazionalità ti fregano. Ma staremo a vedere...
Fumarsi una cicca girando Londra non è una sensazione da tutti i giorni.

lunedì 1 ottobre 2007

RivoltArmata

Ultimamente piu' di qualcuno si e' risentito di fronte a quello che Bossi ha detto sulla situazione del Paese. Tanti di quelli che conosco rifiutano di dare alla cosa il peso (relativo) che essa ha, dimenticando che in fin dei conti questo e' il DNA della Lega. Certe volte nemmeno io mi identifico totalmente con quello che dicono i vertici (soprattutto in materia di immigrazione) ma quando c'e' da tornare alla madre delle battaglie della Lega, la lotta contro il sistema, sono uno strenuo difensore. Magari i toni sono sbagliati (detesto gli slogan populisti) ma il messaggio e' chiaro: il sistema va distrutto e ricreato su altre basi. Non ci sono alternative. Ormai c'e' la consapevolezza diffusa che ci sono due Italie, una che va ed una che non va. E' questione di giustizia sociale rivendicare maggiore autonomia di scelte, di fronte a politiche assistenzialiste che hanno esclusivamente matrice elettorale. Quando dico che detesto il populismo, intendo che esso e' solo un prodotto della politica per addomesticare le masse, senza pero' avere una reale intenzione di dare seguito alle parole. Fosse per me, si tratterebbe di adottare un linguaggio molto meno colorito ma piu' di sostanza. Della serie: a costo di scatenare la rivolta nel Paese, le Regioni devono cominciare a trattenere i soldi raccolti con le tasse, sviluppare una polizia locale, bloccare qualsiasi tipo di trasferimento al governo centrale. Passare insomma dalle parole ai fatti.
Il libro di Stella e Rizzo ha il pregio di aver aperto una falla nel sistema-Paese perche' ha contribuito a sviluppare una riflessione popolare sulla grandi ingiustizie che caratterizzano l'Italia. Si sta insomma creando il substrato necessario per sviluppare una vero lotta per l'autonomia, basata sulla difesa degli interessi della nostra parte di Paese.
Perche' dico questo? Perche' ho raggiunto la consapevolezza che i mali dell'Italia derivano dalla scarsa condivisione delle radici istituzionali, dalla realizzazione di un'Unita' che ha dato seguito agli interessi coloniali dei Savoia, senza tenere minimamente in considerazione la volonta' del popolo. E' un'Italia fragile, scoordinata, aprogettuale, che non andra' da nessuna parte. E' una questione di determinismo storico: se non ci sono le premesse per la condivisione di un progetto, il progetto invitabilmente fallira'.

venerdì 28 settembre 2007

CSI/Ongii

Raccontami Ongii che scorri
Incessante preghiera che mormora al cielo
Del tuo monastero perduto dimmi la bellezza dei gesti e dei colori
Che ti hanno traversato e che hai riflesso
Dei bagliori dell'oro dei fuochi dei fumi e dei profumi d'incenso
Tra l'eco di conchiglie trombe campane fragore di tamburi di piatti
Lo sgretolarsi tremolante dei gong
Cantami coi pellegrini nomadi gioie e bisogni
E delle carovane sfiancate da Occidente dall'interno dal Nord e
dall'Oriente
Cantami dei mercanti i richiami
E della folla il brusio
E l'ooohooohooo di meraviglia ai prodigi
Inondami di vita quotidiana
D'ovvio rumore stupore
Canta il Capodanno lunare
Viene la primavera la terra che fiorisce
La vita si rivela
Latte carne sangue nutrimento offerta al tempio
Ed è preghiera il succhiare della bocca
Nei cuccioli d'uomo e animale
Ed è preghiera il succhiare della bocca
Nei cuccioli d'uomo e animale

Prima di comporre "tabula rasa elettrificata" i CSi decisero di trascorrere alcuni mesi in Asia Centrale, credo seguendo a grandi linee la via della seta. Da quello che videro, sentirono, annusarono, gustarono nacque il cd che, insieme a pezzi abbastanza secondari come M'importa 'na sega, hanno perle di raro splendore come Ongii. la prima volta che l'ho sentita ho immaginato tutto quello che avevano vissuto, perche' e' questo il potere di questa canzone. Ti ricrea il mondo attorno, ti fa sentire il profumo della terra, ne senti il sapore il bocca. Vivi come i pastori, i nomadi delle pianure dell'Altaj, viaggi con le pecore, dormi nelle tende, bevi il loro te' e mangi la carne d'agnello.
E viaggi per le steppe del Kazakistan, dove le nebbie coprono tutto, dove i pali della luce stonano con un mondo che pare rimasto nella preistoria. Ogni tanto appare una tenda, sono i nomadi. Fuori c'e' un cane che fa la guardia, ma non morde. Il suo abbaiare si perde nella nebbia. Cosa c'e' oltre la nebbia? Tutto/Niente. Potrebbe esserci qualcosa. Ma anche no.
E' il regno del dubbio, del poter essere. Per chi ha visto i documentari di Overland sull'asia Centrale, le sensazioni credo siano le stesse. un mondo vasto, senza confini che non termina fin che non ti muovi. Che e' ma che potrebbe finire, che potrebbe avere un limite. Ma hanno un limite queste pianure, pensa il viaggiatore ignorante?
L'Asia rappresenta un qualcosa di ancestrale, una ricerca dell'uomo verso la sua identita'. Dove sorge il sole, si chiedeva Nietsche. Ad est sorge cio' che da' senso alla vita dell'uomo, ed e' cio' di cui l'uomo va a ricercare le origini. L'Asia e' filosofica, non e' come l'America che rappresenta per noi il punto in cui il sole muore. Ad est il sole nasce, e' l'est che da' vita.
Grazie Ferretti

lunedì 24 settembre 2007

SottyForTheDelay

E' un po' che non scrivo sul blog, me ne sono accorto stasera guardando quello di altri..in fin dei conti ho avuto poco tempo e a dire il vero anche poca voglia.
E poi, come ha detto Grillo sta settimana, la maggioranza dei blog restano vivi 15 giorni poi la gente si smazza...
C'e' qualche cambiamento. Intanto ho cambiato lavoro, mi sono trasferito in un ristorante persiano (non dicono iraniano, proprio persiano) che, tra parentesi, e' a due minuti a piedi da casa. Oro per i tempi, prima ci mettevo tre quarti d'ora ad arrivare a casa da Blackfriars in autobus.
Devo ammettere che il salto di qualita' e' stato notevole: una sterlina in piu' all'ora, molto piu' vicino a casa, training per barista, cibo no buono, di piu'...
Si tratta di un posto molto particolare: mette insieme la cucina tradizionale persiana (molte zuppe, di agnello, di pollo, di erbe) con quella dell'alta India e delle pianure dell'Asia Centrale.
Per chi non l'ha mai provata, assicuro che e' una cosa da sballo. E' piena di sapori, di retrogusti che ti rendono le sensazioni dei posti da cui vengono. E sono accompagnati da vini piuttosto buoni, alcuni secchi altri fruttati a seconda del tipo di cibo.
Devo ammettere che la cosa mi piace. Mi piace perche' ritengo che la cucina sia il modo migliore di conoscere il mondo, sia una delle piu' alte espressioni della cultura di un popolo. Difatti, in America trionfano le scatolette. Ma non e' colpa loro, e' che scontano ancora un deficit culturale notevole.
Come tutte le arti, anche la cucina e' portata alla fusione, all'interazione tra culture e nu buona abbinamento di cibi puo' riavvicinare due culture. Non per niente, i grandi pranzi tendono a mettere d'accordo la gente.
Mi piace, e' un campo che affascina. e mi affascina ancora di piu' in questo caso perche' e' orientale, e' l'Oriente attira sempre. Sara' perche', come dice Nietzsche, l'uomo e' sempre stato tentato di andare a vedere dove sorge e dove tramonta il sole...

lunedì 10 settembre 2007

NoTimeForDoingAnything

Sono un po' tirato per il collo, qua non si fa altro che lavorare. E i piedi fanno male...cacchio non pensavo che fare il cameriere fosse cosi' dura. Ne conosco di gente che fa sto lavoro ma non ho mai avuto idea di cosa volesse dire. E' massacrante per i piedi piu' che altro. Forse e' questione di farci l'abitudine ma piu' di uno mi ha detto che abitudine e' una parola sconosciuta nel settore. Eppure quelli che lavorano con me sono ancora di buonumore quando finiamo la giornata. Allora sono io che ho qualcosa che non va...forse mi do' troppo da fare, forse dovrei rallentare. Non lo so, non sono in grado di fare affermazioni definitive.
Tra l'altro stasera ho avuto grane con la vecchia, che oltre ad essere una ubriacona e' anche sarcastica e presuntuosa. E io non sono quello che sta li' a subire per cui ho risposto piuttosto male. Non so adesso cosa succedera' perche' quello che mi manca e' proprio che mi metta fuori di casa...
Insomma, non e' proprio vacanza...qua sento di gente che e' in giro a fare festa in mezzo mondo, che conosce gente da tutti i paesi e io sono qua a fare la vitaccia. Ma in fondo mi serve, ti fa capire che il mondo non e' come la bella vita dello studente (che, tra parentesi, e' proprio bella vita). Il problema e' che noi italiani siamo abituati troppo bene e questo finisce per renderci mollaccioni e mammoni. Cosi' finiamo per restare in casa fino a trenta anni e a sposarci (se ci sposiamo...) a cinquanta. Ma che gente viene fuori cosi'? Non dico che le difficolta' ci siano sempre, pero' aiutano a maturarti.
Se penso alle persone della mia eta' che conosco ce ne sono pochi veramente maturi (e io non sono uno di quelli)...siamo tutti li' a pensare che le mimine cazzate siano problemi insormontabili solo perche' di problemi veri non ne abbiamo. Con la conseguenza che quando arrivano i problemi grossi (ed arrivano tutti insieme) uno va in paranoia perche' non e' abituato. per cui benvengano esperienze come questa, dovrebbero farle tutti perche' solo cosi' si diventa grandi. Altro che stare li' a pensare perche' non si ha ciccia per le mani, a fare di tutto per essere simpatici e carini, ad essere perfettti. Si vuole essere perfetti perche' non si ha niente da conquistare, perche' si ha tutto. E sinceramente non credo che faccia gran bene.

Fortunatamente oggi sono riuscito a parlare con Checco Martini da washington. E' una cosa strana, se penso che io sono a Londra e riesco a parlare con uno che sta a Washington...e' il fascino della tecnologia. E' il futuro...

mercoledì 5 settembre 2007

LondraLondra...ahComeMiPiaci

Credo di aver definitivamente capito di essere un cittadino, di essere nato per vivere in citta'. La citta' e' viva, e' varia, e' stimolante. Venendo da un piccolo paese del nord Italia, e' ovvio che la differenza si sente. Vivere in campagna ha i suoi pregi, non c'e' inquinamento, e' tranquillo. troppo tranquillo. A me serve che ci sia sempre qualcosa che succede. Solo in vacanza voglio tranquillita', stacco la spina. Non per niente l'ideale per me e' farmi dieci giorni a Fiorentini, cell spento, dormire, mangiare e andare a camminare. Stop.
La citta' e' filosofica, solo il passaggio dal giorno alla notte la cambia radicalmente, la gira sottosopra. e chi di giorno aveva vissuto al buio di notte esce allo scoperto mentre noi persone comuni andiamo a nanna assieme al sole.
Stasera sono uscito dalla biblioteca ed avevo addosso quella merda che ogni tanto capita di avere intorno. Allora ho fatto quello che a casa non potrei fare: ho preso l'autobus e, cuffie nelle orecchie, ho girato fin che e' diventato buio. E' stato catartico, il viaggio ha sempre un qualcosa di catartico, ti pulisce, ti rinnova e torni a casa, se non contento, almeno un po' alleggerito della tua merda.
mi piace questa citta'

lunedì 3 settembre 2007

LaBellaCanzoneDiUnaVolta - ElioEleStorieTese

La bella canzone di una volta
faceva sorridere la gente,
che la trovava divertente
e la cantava a voce alta.
La bella canzone di una volta
faceva commuovere la gente,
che la ascoltava attentamente
e la imparava in una volta.
La canta il commissario al lestofante,
la fischia il portinaio spazzolante
mentre la balia col poppante
la trova molto interessante.
L'accenna il giovanotto dal barbiere
e dopo un po' la sa tutto il quartiere
che pullula di mille capinere,
e a mezzanotte c'e' l'oscurita'...
Capinere, capinere, ognuno le vuole amar.
Sono bianche, sono nere, sono nella mia citta'.
Che bella la canzone di una volta
che si ascoltava andando a capinere;
noi della ronda del piacere
ne abbiamo fatte delle belle.
Ricordo per esempio di un mio amico
che non voleva andare a capinere:
l'abbiam portato con la forza
ed ha goduto nell'oscurita;
(e ci ringrazia ancora adesso).
Capinere, capinere, ognuno le vuole amar.
Sono bianche, sono nere, sono nella mia citta'.
Mi manca la canzone d'altri tempi,
ingenua e piena di malizie,
che cementava le amicizie
e poi si andava tutti a capinere.
Invece la canzone di ogni giorno
la fanno utilizzando i macchinari,
non te la levi pi di torno
con la sua cassa rotterdam


Consiglio a tutti di andare a cercarsela. Forse non e' la canzone piu' geniale di Elio, ma come tante sa dare una visione delle cose a 360 gradi. Elio credo abbia un pregio sopra tutti: quando si cimenta in un genere particolare riesce a fare una canzone che e' perfetta, sono tutti i putni di vista: per chi ha fatto un po' di filosofia, il concetto e' che questa canzoni di Elio (come del resto Christmas with the yours) sono un cerchio, iniziano e si chiudono su se stesse. E; una peculiarit' che ha Elio e che fin'ora sono riuscito a trovare solo in Queen e Pink Floyd. Per essere sicero, penso che Elio li batta entrambi.

E' strana La bella canzone di una volta...ha quell'aria retro' un po' belle epoque che fa pendant con il testo, che ti proietta in un altro tempo...e poi e' un climax, parte dalla nostalgia composta per finire tutti a puttane, ma semre con stile. E' per ironia, um qualcosa che ti prende per mano e ti condice, ti fa fare un passo alla volta e pian piano capisci dove porta. E' strana, ti estranea dal luogo e dal tempo, e' un mondo a se stante...chi non ricorda Vitello dai piedi di balsa?? e' un piccolo mondo incantato, fuori dal tempo, con personaggi suoi. E' una fiaba. Ecco, tante canzoni di Elio sono fiabe, valgono sempre e comunque, indipendentemente da dove sei e quando sei. E' un classico, non finisce mai di insegnare. Ogni volta che la ascolti, capisci qualcosa di nuovo, ridi per una nuova sfumatura. E' una ganialata.

DaQualcosaBisognaPurPartire...

Stasera ho finito di lavorare abbastanza presto, alle dieci e mezza. Visto che pero' c'erano due dei ragazzi che andavano via sono rimasto li' a bere con loro e con qualche altro. In realta' non avevo molta voglia di restare...diciamo che non e' un gran ambiente. I capi sono ok, ma alcune di quelli che lavoro insieme sono pessime. Una ha lasciato stasera proprio perche' non ce la faceva piu' a sopportarle...non sono tante, sono due, ma rompono il cazzo in maniera industriale. Polacche di merda...in compenso ci sono altre polacche che sono ottime...niente razzismo quindi.
Quindi sono irmasto un po' a malavoglia ma alla fine sono stato premiato perche' le due polacche sono andate a casa..e noi siamo rimasti li'. MI dispiace che se ne siano andati, alla fine erano tra i migliori che c'erano.
Qua difatti non e' come da noi, qua c'e' una gerarchia che ti fanno pesare parecchio...forse e' solo li', forse sono stato sfigato ma ho la sensazione che sia vero quello che mi ha detto Jan sta settimana, ovvero che l'ultimo arrivato e' black shit...
Sara'...cmq devo pur partire da qualcosa, non posso pensare che mi vada sempre tutto bene. Alla fine credo che le cose migliori siano quelle sudate...se non sudi non c'e' gusto perche' non hai la sensazione di aver fatto qualcosa, non sei soddisfatto...per questo voglio continuare a lavorare, a casa mi dicno vai tranquillo che se hai bosogno di soldi ci siamo noi. ok, ma e' una questione di soddisfazione personale, di sapere vi potersela cavare senza avere la mamma che ti manda i soldi...
E' un po' diventare grandi...

venerdì 31 agosto 2007

C'e' un pensiero che da un po' di tempo mi sta attanagliando: chi sono e, di conseguenza, cosa voglio?
Credo che l'insicurezza che mi accompagna da un paio di anni a questa parte sia causata da una mancanza di identita'. Ma chi sono io? Quali sono le mie caratteristiche? Sono veramente io o sono solo una maschera che adotto verso il mondo? Gli psicologi dicono che ognuno di noi aodtta non una ma piu' maschere nella vita, una per ogni situazione in cui si trova. Ma allora, se questo e' vero, quando siamo noi stessi? Quando non c'e' nessuno? Ma e' vita questa? Sapere di avere di fronte sempre e comunque persone che appaiono diverse da quello che sono?
Io credo di essere un esmepio vivente di cio': non mi sono mai piaciuto ed ho sempre ceracto di mascherare la mia personalita' con maschere di simpatia e sicurezza. Alla fine della fiera pero' mi ritengo una persona da poco ed in fin dei conti me l'hanno sempre fatto capire. Certo, non si puo' piacere a tutti ma quando tanta gente ti fa capire lo stesso messaggio evidentemente qualcosa di vero c'e'. Non ho la presunzione di pensare che tutti sbaglino fuorche' io. Quindi deduco che la cosa sia vera. Magari ho degli aspetti positivi, ma non certo nel rapporto con la gente.
E' difficile convivere con la consapevolezza di non valere in fondo poi tanto come persona: man mano che il tempo passa te ne convinci sempre di piu, lo verifichi continuamente e questo non fa certo bene all'equilibrio di una persona perche' si riflette su tutto il resto. So di avere delle buone qualita', soprattutto di testa, ma penso sia inutile essere intelligenti se non si sa stare al mondo. Che te ne fai dell'intelligenza se non sai neanche stare tra la gente? Non e' l'intelligenza che ti salva nella vita, e' il saper stare al mondo.
Quando mi sono reso conto che e' inutile mentire a se stessi ed al mondo ho capito che forse era meglio lasciare stare: l'ho chiamata la mia "operazione-verita'", ho fatto capire al mondo che non ero cosi' infallibile come credevano (e credevo, mi illudevo). Qualcuno ha apprezzato, ha capito lo sforzo. Ma io non sto piu' bene con me stesso, non sono piu' io, non so piu' chi sono io. Che sia a casa che sia a Londra il concetto non cambia: mi sono perso. E non so se riusciro' a trovarmi.

lunedì 27 agosto 2007

DuraLexSedLex

Dura lavorare, cazzo...Oggi ho fatto dieci ore. Si, dieci ore. Massacrante. Ho cominciato a mezzogiorno, pausa di un'ora alle quattro e poi avanti fino alle undici. domani altre sette ore, ma almeno ho il vantaggio che per il resto della settimana non faccio niente, posso studiare tranquillo.
L'ambiente non e' male ma siccome non sono uno che accetta ordini a meno che non vengano dall'alto mi sono gia' fatto i miei nemici...piccole guerre intestine, niente di che. Ovviamente, quelli (anzi, quelle...noi maschietti siamo piuttosto compatti) che ti fanno la guerra sono sempre quelli che lavorano meno e hanno sempre da ridire. Ovviamente io sfotto, e' la cosa che preferisco..allora loro si indiespettiscono. E io godo come un facocero...Domani nuovo round..
Cmq arrivare nel mondo del lavoro e' dura...no so se anche dalle altre parti e' cosi' ma li' si'...giustamente stasera Jan (che e' ceco di Praga e ha girato mezzo mondo prima di arrivare a Londra) mi ha detto Hey man you'r black shit now, come dire <>. E difatti ha ragione...sono l'ultimo arrivato e quindi me la devo beccare tutta la merda. E io che avevo cominciato a lavorare convinto che se facevo le cose fatte bene non avrei avuto problemi..seh...in realta' quelli che comandano mi trattano piuttosto bene, non mi lamento. Pero' evidentemente ci sono delle leggi che tutti devono rispettare. Spero solo che qualcuno non mi metta i paletti tra le ruote...
Pero' e' comunque bello lavorare a Londra...oggi pomeriggio ero in pausa e mi fumato una cicca sul ponte dei Fratineri...da una parte la City, con l'uovo e St Paul's, dall'altra London Eye e Westminster. Figo, proprio figo. Peccato che sono un cameriere. Vuoi vedere fumarti una cicca sul Tamigi sapendo pero' che sei un banchiere o meglio un analista? E' un'altra cosa...
E mi fanno male i piedi...cazzo se mi fanno male. E' quella la cosa piu' massacrante del tutto, per il resto non mi lamento. Ma i piedi alla sera burlano. Me l'aveva detto Dennis la settimana scorsa che e' la cosa peggiore..e difatti. Dennis e' un personaggio strano...assomiglia a Zucchero ma ha la coda. E' neozelandese, anni fa si e' trasferito in Danimarca perche' sua mamma e' danese ma poi ha deciso di venire a Londra perche' "I like the weather". Di professione lavora assieme a me, fa un po' il tuttofare, ma per il resto fa il pittore. Penso sia gay ma non e sono sicuro. Quello che e' certo e' che e' strano e che si fuma anche i tappeti..almeno, e' quello che mi ha fatto intendere...
Poi ci sono due francesi che lavorano (anzi tre, considerando una ragazza), cinque o sei polacche, e per il resto inglesi. E' una compagnia abbastanza assortita...

vado a dormire, domani si ripete...

martedì 21 agosto 2007

NewCityNewJobNewLife

Ho trovato un lavoro. Faccio il cameriere, niente di particolare. Pero' e' in centro e in centro ti senti sempre al centro...Il posto si chiama Doggetts, e' un bar-terrazza che da' giusto sul Tamigi. Ci sono capitato per caso: una mattina sono andato in una birreria di Liverpool Street dove si diceva cercavano gente e li' il proprietario (una specie di Rupert Everett non ricchione) mi ha detto che avevano gia' trovato ma che forse conoseva uno in cerca di gente. Gli telefona, gli parla di me (qua la chiave e' sempre ipervalutarsi, solo cosi' ti prendono. Devi dare l'impressione di essere un grande, uno che ci sa fare) e mi manda da lui. Ci faccio due chiacchere, riempio un modulo e mi dice di cominciare il giorno dopo (venerdi'). Il giorno dopo comincio, mi trovo bene e torno sabato. Dopodiche' Mark, il padrone, mi dice che e' ok che da questa settimana si comincia.
L'ambiente non e' male, ci sono un casino di polacche (alcune valide per la verita'): tutti scherzano tutti ridono ma tutti lavorano. Non e' il lavoro della mia vita, ovvio (tirare su i resti della cena degli altri) ma e' movimentato, c'e' da correre. E io non sono uno che resta con le mani in mano...
Per il resto tutto tranquillo: a casa regna la calma, forse la colombiana se ne va. Pare che porti troppa gente a casa di notte. Ho come il sospetto che arrotondi...Cmq la vecchia si e' stufata e a giorni le da' il benservito...
Poco male, resta libera la sua camera che costa 15 sterline in meno della mia. Visto che ormai ho deciso di restare qua ben oltre i due mesi previsti e di tentare di arrangiarmi coi soldi, 15 sterline in meno al mese sono 15 sterline guadagnate. Non so cosa ne faro' ma sn comunque soldi..
Eh si, perche' ho deciso di restare qua..in fin dei conti, cm ho detto a Mark, adesso ho bisogno di una sfida. Ho bisogno fdi crescere e farmi una vita mia. E visto che sono a Londra, lo faccio in una citta' che ti da' quello che vuoi. Basta chiedere...
In fin dei conti sono qua. Non ho limiti, non ho legami che mi obbligano a tornare (ovvio, la famiglia gli amici ma quelli li senti comunque per telefono e internet) e quindi sono libero di scegliere dove stare. Non e' il massimo della liberta'? poter decidere di vivere in un posto senza dover rendere conto a nessuno e scegliere di muoversi, di tornare quando se ne ha voglia. E' il massimo, e' quello di cui ho bisogno ora...

martedì 14 agosto 2007

LondonUnderTheRain

Ore 23 e 45. un sobborgo di londra, mezz’ora di metro dal centro. Fuori piove..è quella pioggerellina fina, britannica, che ti entra nelle ossa e ti fa venire un brivido. Si sentono delle voci, l’insonorizzazione non è delle migliori. Sono voci di neri, voci grosse, stanno litigando. Forse per soldi, si danno reciprocamente del “dog”. Ogni tanto passa una macchina, rallenta, si ferma allo stop. Poi riparte, slittando sull’asfalto bagnato.
La strada è come tante, dritta, affiancata da casette tutte uguali, con tre comignoli rossi. Da qualcuno si alza un fumetto timido, appena sufficiente per stemperare l’aria nelle case. Il cielo è arancione, le luci della città si riflettono sulle nuvole. Ogni tanto un aereo fa rotta per atterrare ed un fascio di luce si staglia tra le nuvole, vagando alla ricerca di chissacheccosa.
In lontananza, ogni tanto si sente un treno che passa: sono treni che vanno distante, alcuni arrivano fino a Parigi. Parigi lontana, illuminata, silenziosa sotto un cielo plumbeo. Parigi sorniona, ironica, romantica, dissoluta. Parigi che dorme ma Parigi che si diverte, nel silenzio, al buio. Ballerine, trapezi, rosso rubino, ricchi uomini d’affari, nuovi venuti, forestieri. Tutti cercano, tutti trovano. Anche se solo per poco. Anche se solo per una notte.

Pioggia a Londra. Pioggia uggiosa, pioggia silente, pioggia di meditazione. Londra antica, Londra che cambia, Londra che protegge ma Londra che accoglie. Lunghi viali, case bianche, Chelsea, Kensinton, Knightsbridge, macchine veloci, macchine rare. Corrono. Dentro, uomini vestiti di nero, uomini invisibili a finestrini oscurati. Uomini che parlano con altri uomini, Londra che parla con Singapore, con Hong Kong, con Taipei. Londra che governa, Londra che controlla.
Londra che fuma, silenziosa, guardando fuori dalla finestra. Londra di radio Londra, frequenze, messaggi, attacco, difesa, patria, lacrime, sangue, resistenza.
Londra sotto le bombe, Londra sotto la pioggia, Londra e il fuoco.

Dentro, una luce fioca. Un led, la televisione in stand by. Un laptop acceso, piegato sulle gambe. Appena accennata, Sarah McLahlan, Angel. Aperto, un foglio word, tante parole, tanti pensieri, tante sensazioni.
Mondo, grande, connessioni, distanze, buio, ponti radio, pianure sconfinate, cavi telefonici, radio Mosca, Bbc, Radiouno, Varsavia, il muro, il muro è caduto Berlino, Berlino sotto le bombe, Berlino in macerie. Berlino di spie, di oscurità, di mezze parole, di auto che corrono, di strade strette, di silenzi e di fughe.
Uno specchio. L’immagine della finestra, il giallo delle pareti. Il mondo. Un mondo. Il mio mondo. Il tappeto dà sicurezza, lo spazzolino, le Marlboro, Hermes, scatola arancio la sicurezza degli oggetti.
Sullo schermo corrono le lettere, corrono i pensieri, corre la mente. I giochi di bambino, la ricreazione a scuola, le corse nei campi, l’amore nei campi. Gli amici, persone lontane, persone perse per sempre, grandi uomini, grandi donne. Grandi film, grandi avventure, grandi emozioni, grandi corse…
Il mondo è dietro, il mondo è davanti. Due mondi che s’incontrano, due mondi che si scontrano. Voglia di passato, voglia di futuro. Le certezze del passato, le incertezze del futuro. Voglia di vivere, voglia di correre, voglia di amare. La vita, le sfide, le passioni, i dolori, la morte. La forza, la vita.


Da bambino volevo un cane. Ma i miei erano poveri. Cosi' mi comprarono una formica. (W. Allen)

venerdì 10 agosto 2007

ClementeMastellaForPresident

Clemente Mastella ha un blog. La cosa mi ha lasciato senza parole.
Come e' possibile che un dinosauro, che ha gia' avuto la fortuna di essere sopravvissuto (assieme a pochi altri come Giulio Andreotti) all'estinzione della sua specie, sia capace di concepire una forma di comunicazione cosi' avanzata come il blog?
Intendiamoci: Clemente Mastella mi sta simpatico. Politicamente, e' il peggio che c'e': statalista, meridionalista, assistenzialista. Il peggio del peggio. Ma personalmente, e' simpatico, e' gioviale, sempre di buon umore e ha spirito. Sentirlo parlare di dispone bene.
Pero', con tutta la simpatia, non pensavo che sarebbe arrivato ad aprire un blog. Aprire un blog e' una cosa da persone che guardano avanti, che vogliono sperimentare, cambiare. Mastella no, Mastella rappresenta il cambiamento come io rappresento il meridionalismo.
In realta', una spiegazione ce l'avrei: secondo me Mastella ha aperto il blog per fare concorrenza a Di Pietro, che l'aveva aperto prima di lui. Siccome i due non vanno gran d'accordo (che e' un eufemismo) probabilmente il buon Clemente, per non sentirsi da meno, ha sentito il bisogno di provarci. Per adesso va bene, e' aperto da poco, scrive abbastanza regolarmente. Ma scommetto che non dura molto. Anche perche' ha ricevuto parecchi insulti, soprattutto da un tale che si fa passare come Severino Cicerchia (il personaggio interpretato da Massimo Boldi in "Il ragazzo di campagna", detto anche "lo scoreggione". un cult del trash).
Nonostante tutto Mastella pero' mi resta simpatico.

lunedì 6 agosto 2007

IlMondoAportataDiClick

Bello internet...sei nella tua stanza ed allo stesso tempo sei ovunque. Chatti con l'Italia, con l'America, con Cuba, anche col tuo vicino di casa che magari non vedi da secoli. Bello e brutto: questa settimana (Sir) Elton John ha rilasciato un'intervista in cui diceva che bisognerebbe chiudere internet perche' fa stare in casa la gente, la quale non esce e non socializza piu'.
Bene, per me che sono qua da una settimana e che conosco quattro gatti, internet (e soprattutto messenger) non sono cosi' male. Ma per il resto sono d'accordo con lui: se uno puo' parlare con la genet standonosene seduto, non uscira' piu' di casa e non conoscera' gente nuova. E' un po' una maledizione, bisognerebbe riuscire a farne a meno.
Diciamo che e' come il telefonino: stando qua mi sono reso cono che e' una maledizione, se ne puo' fare tranquillamente a meno. Gli ultimi tempi che ero a casa lo tenevo sempre spento, lo accendevo ogni tanto per vedere i messaggi. Ma per il resto e' inutile e pure dannoso: se uno ti cerca ti cpuo' chiamare anche a casa e se non ti trova ti richiama. Non capisco perche' bisogna essere sempre reperibili, cazzo non siamo mica operatori di borsa...E poi e' ormai dimostrato che fa male, ce ne accorgiamo anche noi, basta sentire come scalda l'orecchio quando finiamo una chiamata.
No, ormai ho deciso, vaffaculo il cellulare. Si ritorna al caro vecchio fisso che costera' qualcosa di piu' ma almeno non te lo porti dietro e non ti fa venire il tumorazzo.

domenica 5 agosto 2007

ProbablyTheBestBeerInTheWorld

Quelli della Carslberg sono parecchio modesti. Lo slogan della birra e' "Probably the best beer in the world".
Ora, se uno pensa che effettivamente la Carlsberg sia la migliore birra del mondo, allora non avra' niente da dire.
Io non sono uno di questi, quindi per me e' una gran cazzata. Mi pare una campagna pubblicitaria abbastanza azzardata perche' di sicuro c'e' chi la prendera' male. Come me, che penso che invece la birra migliore sia la Carling (o, in alternativa, la Forst).
Le birre inglesi sono un po' diverse da quelle continentali: non hanno tutta la schiuma che fanno, ad esempio, le lager. Sono piu' lisce e vanno giu' meglio perche' le senti meno che ti gonfiano. Ne sa qualcosa il Biga che credo ne abbia fatti fuori 6 o 7 litri fin che eravamo in Scozia. Alla mattina, ancora prima di uscire dalla tenda, facevamo colazione con prosciutto, mele, biscotti e birra (o the, ma spesso birra). E' un po' come la colazione dei campioni...

Tornando a cose un po' piu' terrene..ieri ero in centro (ma centro centro) e sono incappato in un film...praticamente stavano girando questo "National treasury" che e' un film con Nicholas Cage che dovrebbe venire fuori l'anno prossimo...non mi era mai capitata una cosa del genere, a parte Padova dove pero' girano il filmetti con al massimo Rocco Papaleo...
Il bello e' che qui c'e sempre un casino di roba da vedere: adesso ad agosto c'e il festival indiano, per cui in molti posti del centro come Trafalgar c'e sempre movimento...feste, balli, spettacoli, concerti. Insomma, di tutto. Londra e' bella per questo.
Ed e' bella perche' di sera e' vuota, soprattutto alla domenica, quando la gente va a letto presto perche' lunedi' deve andare a lavoro...e' bella perche' la puoi girare in lungo ed in largo senza vedere il casino che c'e' di giorno ed e' piena di luci, con i viali lunghi illuminati della City che sembrano salotti. Difatti credo che una sera mi prendero' la bici e faro' avanti e indietro fin che saro' stanco...

lunedì 30 luglio 2007

ILikeLondonInTheRain...

Eccolo...scrivo da Londra.
Londra che quando ci sono io non piove...almeno fino ad adesso. In realta hanno previsto acqua per il resto della settimana (non scrivo gli accenti perche sulla tastiera da cui sto scrivendo non ci sono...inglesi....).
Bella Londra, come al solito...stamattina sono stato in centro per la prima volta...ti sorprende sempre, come Sky. E il solito guazzabuglio di razze religioni colori che messe assieme stanno bene nonsisaccome...ma quello che mi piace di piu e' la velocita', non ci sono pause, i ritmi sono incessanti. A Londra non ti puoi permettere di essere un flemmatico e se lo fai devi farlo in modo convinto, non far sembrare che la subisci..s.enno' ti fottono. A Londra devi essere sempre avanti, sempre ok, sempre un po' Fonzie. Tutti corrono, tutti vanno (non si sa dove...corrono anche quelli che non hanno niente da fare...).
Credo che la metro, ed in generale i trasporti, siano l'elemento piu' caratteristico: in metro trovi i cartelloni giganti che reclamizzano di tutto, sono curvi come le pareti del tunnel ed il loro messaggio ti resta impresso a lungo. Mi ricordo ancora che la prima volta che sono stato qua c'era la pubblicita' del Nintendo (credo il DS) con una coppia a letto...lui abbraccia lei e gioca con il DS..e sotto la scritta "The second best thing to do in the dark" (la miglior seconda cosa che puoi fare al buio...).
Oppure gli autobus rossi che reclamizzano lo spettacolo di turno...la prima volta era "Mamma mia" degli Abba, poi c'e' stato We will rock you e adesso sono qualcosa che ho sulla punta della lingua. Li vedi passare di continuo ed alla sera hai voglia di andare a vedere lo spettacolo.
Sono in appartamento con una ragazza colombiana, si chiama Betty e io continuo a chiamarla Lucy. Lei si incazza ma io non riesco a cambiare...e' simpatica, non e' quello che si dice una gran gnocca quindi il problema non si pone.
Tra l'altro oggi ho cominciato a lavorare sulla tesi ed ho capito che avevo ragione: e' un casino, ma proprio un casino.
Mi sa che altro che due mesi...qua mi trovero' un lavoro ed andro' avanti ad oltranza...

Consiglio del giorno: "London in the rain" di Stephane Pompougnac

venerdì 27 luglio 2007

AgreatDayForFreedom

Domani si parte...non so se dire finalmente o purtroppo. Propendo per la prima...ma sarebbe meglio se partissi in un altro periodo. Adesso sono troppo incasinato...finiti gli esami, devo cominciare la tesi, non ho avuto una settimana di tranquillità, mi vedo con una persona che non si capisce cosa vuole...Mi ricordo che la prima volta che sono andato su ero contento come una pasqua...avevo voglia di libertà, di conoscere gente, di fare casino, di vedere il mondo.
Adesso mi sento come un vecchio un po' perplesso, indeciso, un po' confuso a dire il vero...che farò? Torno o resto là? Mi cerco un lavoro fisso? Troppe domande, ho deciso di rimandare tutto a quando sarò là. Adesso è troppo presto per decidere...
Il fatto è che sono andato avanti anni con certezze incrollabili, o almeno quelle che credevo tali. Adesso non so dove sono finite, tra l'altro adesso che ne ho più bisogno...mi sembra di ricominciare daccapo, di dovermene cercare di nuove. Lo so che non faccio eccezione, che tutti più o meno passano per questa fase...ma dirlo è un conto, passarci un altro...
Comunque vado in un posto che per come son fatto mi va da dio...chi ci è stato sa cosa voglio dire. Londra è un macrocosmo, va capita, non è così aperta per chi la vede per la prima volta. Ma pian piano che uno la vive la apprezza, la ama, ne carpisce i segreti. Stare a Londra è come sentirsi parte di un organismo in cui ogni organo svolge il suo compito. Io la chiamo la "consapevolezza di sentirsi londinesi" che fa dare il meglio a tutti. Non per niente è una città sicura, pulita, bella, ricca di stimoli e varia. Puoi stare un mese a vedere il centro senza mai conoscerlo del tutto, per poi accorgerti che al di fuori c'è un altro mondo che magari con il centro non ha nulla a che fare.
Credo che per capirla fino in fondo la cosa migliore sia prendere l'autobus di sera e girare fino a quando non si arriva al capolinea. Poi prendere quello che va nella direzione opposta e tornare indietro. Si attraversano posti che sembrano appartenere a città diverse, a continenti diversi, a mondi diversi...se hai fame di carne di agnello vai nell'east end e nei mercati trovi la carne fresca appena macellata. Se invece non puoi fare a meno del pollo dei caraibi vai verso Portobello Road e ti compri quello che vuoi. Se invece vuoi mangiare italiano...beh...di solito fai max 200 metri e ti trovi un ristorante. Ovunque tu sia...

Dimenticavo...per chi vuole farsela in autobus (rigorosamente da soli) consiglio di mettersi nelle orecchie il cd "Temperamental" degli Everything but The Girl. Fatelo, poi mi direte...

Watch www.ebtg.com

mercoledì 18 luglio 2007

AnotherBrickInTheWall

Ho finito gli esami!
E' una buona notizia, ne avevo le palle piene...ho passato gli ultimi due mesi ad aspettare la sensazione che si prova...volevo libertà. E libertà è arrivata...certo, li ho finiti ieri, non ho avuto il tempo di rendermi conto. Però comincio a capire cosa si prova...è come sapere di aver finito qualcosa che ti portavi dietro da anni. Voglio dire...ho cominciato ad andare a scuola a 6 anni, ho fatto l'ultimo esame a 24. Cazzo, sono 18 anni! Uno non dovrebbe xdere 18 anni sui libri perchè....è un quarto della vita. Perchè visto che la vita è così corta uno dovrebbe spenderne 18 anni a fare una cosa che non gli piace? Voglio dire...non ho avuto mai grandi problemi ad andare avanti ma non l'ho mai fatto come una cosa che mi piaceva veramente...insomma, studiare è una cosa che devi fare, la società te la fa vedere così. Percui, anche se in certi momenti ti può dare anche delle soddisfazioni, la vivi (almeno, io la vivo così) sempre come un'imposizione, come un aspetto dell'obbedire sociale...perchè non te la fanno vedere come una cosa bella? Non basta dire "fallo perchè lo fai per te stesso e per il tuo futuro". Devi farlo piacere, devi coinvolgere i ragazzi a cui insegni, deve diventare una cosa di tutti. Da quello che mi raccontano i vecchi che conosco una volta era così, studiare per quelli che ce la facevano (in termini di soldi e di capacità) era una sfida, una cosa positiva, una scoperta. Oggi credo che ne abbiamo perso il valore, che sia diventata una cosa normale e quindi che abbia perso la sua originalità. E' un business e la cosa non mi piace più di tanto...
In fin dei conti però non mi lamento...la vita universitaria non è fatta solo di studio. Non sono un gran festaiolo ma non sono neanche un prete...la vita universitaria l'ho fatta e mi sono divertito...magari non fino alla fine ma fino al punto che ho ritenuto giusto. Ed è bella, me ne sono reso conto quando ho cominciato a fare il pendolare...mi mancava l'amosfera, il giro, il tempo scandito. A casa ti trovi spesso da solo, con un casino di tempi morti. Non è una vita vissuta intensamente e io di queste cose ho bisogno.

domenica 15 luglio 2007

The Importance Of Having Friends

Stasera ero fuori a mangiare un gelato con gli altri e riflettevo che avere degli amici è una gran cosa. Non solo perché se uno ha amici vuol dire che non ha problemi a relazionarsi col mondo ma anche e soprattutto perché gli amici sono importanti quando hai un periodo di merda.
Non è un mistero per nessuno che non sto passando il periodo migliore della mia vita ma avere tanti amici mi ha aiutato. Anzi, mi ha salvato...
Basta poco per sentirsi meglio, basta una parola detta con affetto...ieri sera parlavo con Carlo il quale mi ha detto che ha fiducia in me. Sono rimasto sorpreso piacevolmente perché adesso come adesso io sono il primo a non avere fiducia in me stesso e poi perché vuol dire che c'è almeno qualcuno che crede in me.
Per cui grazie a Carlo e a tutti quelli che mi conoscono perché sono per me più importanti di quello che magari pensano.
Vi voglio bene ragazzi!

Londra: -13 giorni

sabato 14 luglio 2007

Andiamo al cinema

Una volta c'era l'antenato di Coming Soon che si chiamava "Andiamo al cinema". Mi è rimasto in testa...per questo adesso voglio usarlo come titolo.
Ho visto Sideways - In viaggio con Jack, l'hanno fatto su Canale 5 ieri sera. L'ho registrato e me lo sono visto oggi pomeriggio.
Quando uscì (credo nel 2004) fece grande scalpore e mi pare di ricordare che si fosse guadagnato qualche alloro (Palma d'oro?): Palma o no, è un bel film.
Con il pretesto del tour enologico in terra californiana (che fa da collante), il regista scava nella vita di due quarantenni analizzando le loro paure, le speranze e i sogni. In particolare, spiega come il passato sia una cosa che difficilmente una settimana di follie può cancellare e che alla fine tutti ritornano bene o male alla propria vita di sempre.
Allo stesso tempo insegna però a dare un significato a quella "vita di sempre": Jack, che alla fine del viaggio si sposerà, imparerà proprio dalle follie che in fin dei conti è bello tornare a casa da chi ti vuole bene, dalle proprie certezze.

Consigliato per chi è stanco della monotonia e vuole sapere se si possono vedere le stesse cose da un punto di vista differente.

giovedì 12 luglio 2007

Cena/2

E' brutto da dire, ma sono stato a cena fuori anche ieri sera...Giuro che è l'ultima prima di partire.
Visto che ormai abbiamo concluso i corsi, con i ragazzi dell'università abbiamo deciso di fare una mangiata porca e abbiamo prenotato al Ristorante "la Brasiliana" di Teolo. Ora, Teolo è un paesino che sta in cima ai Colli Euganei, in una posizione che non ha niente da invidiare alle colline della Toscana. In realtà in quella zona non ci ero mai stato, quindi sono rimasto affascinato: giornata spettacolare con tramonto rosso fuoco, ville holliwoodiane dappertutto (senza il kitsch di Hollywood però) e ristoranti ogni 20 metri: di domenica, infatti,mezza Padova va a mangiare in questa zona quindi si spiega la ricettività.
Insomma, il locale non è male, ha un panorama spettacolare sui colli ed è abbastanza curato all'interno. Si può mangiare sia dentro che fuori, ma siccome l'Ale Sartori soffre di reumatismi si è mangiato dentro.
Mangiare in un ristorante brasiliano è un'esperienza particolare: intanto non c'è lo stress dei nostri ristoranti, la gente non urla e soprattutto non ci sono 7000 persone accalcate in una stanza di 20 metri quadri. La cosa più interessante è come si comincia (almeno lì è così...non so altrove): l'antipasto è su un tavolone al centro della stanza e funziona a buffet. Puoi mangiare quello che vuoi, per quello puoi anche ingozzarti. Il problema è che dopo (dopo il primo, fatto di riso e fagioli in salsa) comincia il ballo della carne: ti portano ad intervalli di 10 minuti 13 portate di carne diversa (dalla lonza al prosciutto alle salsiccette), tutto cotto allo spiedo e trasferito direttamente dagli spiedi ai piatti. Garantisco che 13 portate, anche se ti danno un paio di fette di carne alla volta, sono tante...
Difatti, dopo la dodicesima sono crollato...intanto ti vai a servire di verdura nel tavolone e poi, quando hai finito di mangiare, ti portano l'ananas cotta allo spiedo con la cannella. Una favola, da provare...
Quello che colpisce è la tranquillità del posto: il fatto di prendersi la roba da soli nel tavolone ed andare avanti indietro per la stanza ti dà un senso di libertà..almeno non hai i camerieri che vengono a rompere ogni dieci minuti per sapere se va tutto bene.

Dulcis in fundo, la compagnia: devo ringraziare i tre disgraziati Ale Sarto, Ale Coccolo e Checco Martini perchè stando con persone come loro hai la sensazione che la vita vale veramente la pena di essere vissuta. Una vita piena, senza soste e ricca di stimoli. Non c'è stato un secondo in cui la conversazione ha languito, in cui siamo stati lì a pesare i peri...
Per questo, ancora grazie. Spero proprio che fra 50 anni ci ritroveremo ancora e ci faremo serate a discutere di politica, religione, calcio e gnocca...Insomma, un gruppo a 360°!

lunedì 9 luglio 2007

Cena

Sabato sera ho avuto la cena di chiusura del corso di alpinismo. Siamo andati a mangiare all'agriturismo "Ai Canfini" di Molvena (o giù di lì).
Considerato che nessun locale si può definire agriturismo in senso proprio (non ci sono le galline che razzolano in cortile), il posto non è male, sembra un presidio slow food.
Le stanze sono piccole, raccolte, massimo 25 persone con tavole anche sulla pergola (molto più gettonata, peraltro), arredate con gusto e senza esagerazione.
Il prezzo è abbastanza abbordabile: si va dai 15 (un antipasto, due primi) ai 30 € (pasto completo) con piatti di stagione.
Unico problema: trovarlo.

More info @ http://www.2night.it/v2/vicenza/locali/locali/4532,agriturismo_ai_3_canfini.html

domenica 8 luglio 2007

Non so se c'era bisogno di un nuovo blog nel mondo. La cosa mi ha fatto riflettere per un po'...poi mi sono detto che in fin dei conti se voglio farlo lo faccio. Al diavolo...
In fin dei conti è un modo per comunicare la tua visione del mondo...in tempi in cui è difficile avere una visione propria ben vengano i blog. Al massimo uno non ti caga...
Quindi spero che possa essere vista come una cosa positiva. In fin dei conti si sa come sono fatto, se penso una cosa la dico, non sto lì a calcolare come verrà presa.
Eppoi credo che, quanto a comunicazione, sia una forma che ha il suo fascino. Credo sia il fascino di dire qualcosa fregandotene se c'è qualcuno che ascolta, solo per il gusto di dirla e di sentirsi liberi di dirla. Forse è l'essenza del liberalismo.
Per cui mi sono deciso a farmi la mia finestra sul mondo, non voglio rinunciare ad arrivare a casa alla sera e scrivere quello che mi passa per la testa. Facendo ovviamente un po' di selezione, non scrivendo la prima cagata...

Spero di riuscirci