ATTENZIONE: LA LETTURA DI QUESTO BLOG POTREBBE SERIAMENTE METTERE A REPENTAGLIO LA VOSTRA SANITA' MENTALE: SIETE SICURI DI VOLERVI MALE FINO A QUESTO PUNTO?

mercoledì 19 dicembre 2007

Adieu

Ho detto addio. Anzi, ho pensato addio. Non mi sentirai più. Non aspetterò più trepidante un tuo segnale, non starai giorni aspettando una mia parola, una mia immagine, una mia sensazione. Non mi dirai più i tuoi segreti, non svelerai le tue debolezze, non ti appoggerai sulla tastiera per scrivere quello che ti passa per la testa. Non avrò non avrai più una sicurezza. Ci sono sempre stato ci sei sempre stata. Abbiamo condiviso sogni, speranze, emozioni, riflessioni, immagini, sapori, sensazioni. Ho dovuto dirti addio.
Eri il mio sole, mi svegliavo di mattina e anche se pioveva sapevo che tutto aveva un senso. Ora non più. Non posso vivere nel ricordo, il passato è passato il futuro è futuro. Forse sono cresciuto, forse ho capito che nella vita si deve guardare avanti. Non saprai mai quello che penso, non puoi saperlo. Ma sei stata per me quello che ogni uomo sogna, la perfezione dell'unione, l'estasi del sentimento, la perdita dell'indipendenza. Con te avrei girato, conosciuto, assaggiato, annusato, toccato, sentito. Con te avrei guardato il tramonto, fatto il caffè alla mattina, ti avrei guardata ancora nel sonno, con gli occhi lucidi, orgogliosi. Il tuo profumo in testa, la tua voce, la tua pelle. Andare oltre è difficile.
Ti ho detto addio, ma non lo sai. Forse lo hai capito. Nella mia testa qualcosa è cambiato, la vita va oltre. Va oltre uno sguardo felpato, va oltre un bacio rubato, va oltre una passeggiata abbracciati, va oltre un abbraccio tremante, va oltre un messaggio timoroso, va oltre l'attesa frenetica, va oltre il sapore della terra, va oltre chi c'è e chi non c'è. Qualcuno diceva che gli amori migliori sono gli amori perduti. Aveva ragione. La perfezione sta in quello che non possiamo (più) avere. La realtà è imperfetta, il ricordo è dolce e tremante. Siamo uomini. Amiamo. Ci amiamo. Quello che è passato non torna. Un'immagine. I tuoi capelli vaporosi, l'occhio che guarda lontano, chissadove. Ti amavo, non ho più il coraggio di farlo.
Perdonami.

lunedì 17 dicembre 2007

ColumbusEgg

Credo di aver appena scoperto l'ennesimo uovo di colombo. Stavo speluzzando un asciugamano che era finito in lavatrice insieme con un fazzoletto di carta (devo ancora imparare un po' di cose sul vivere da soli) quando mi è venuta una visione. Uno dei due motivi per cui l'America ce l'ha con il mondo è la religione(l'altra è essere un impero). Mi spiego: la cultura americana (o, meglio, la civiltà americana) è imbevuta dell'elemento religioso. Se ci pensiamo, la religione è sempre stata uno dei fattori trainanti le guerre, anche se spesso come elemento di copertura di altre motivazioni. Resta il fatto che la religione come nessun'altra cosa riesce a coalizzare i popoli contro altri popoli.
Ora, secondo Michael Moore (e non solo, cito l'esempio più blasonato), l'America nella sua storia ha sempre avuto bisogno di un nemico per giustificare la spinta verso la coesione interna (ricordiamoci che è uno stato giovane) e quindi la stessa propria esistenza. Moore però non mi pare vada oltre, visto che non va ad analizzare quali sono gli elementi comuni tra quelli che l'America vede come "nemici".
In realtà, se guardiamo al Novecento, l'Unione Sovietica ed adesso l'Islam condividono un elemento: il fatto di avere una religione diversa (o non averla proprio). Agli occhi dell'Americano medio, il sovietico ed il musulmano sono due infedeli e per questo devono essere resi impotenti, favorendo così la vittoria del bene.
La propaganda e la stessa civiltà americana sono infatti imbevuti di un messianesimo che trae origine dalla religione cristiana, recuperando le categorie del prossimo oltre che del bene e del male. Nel caso del prossimo, però, sembra essere ritornati al Medioevo, quando si promuovevano le Crociare contro gli infedeli. Altro che Al Qaida...

giovedì 13 dicembre 2007

MindTheReport

Mi sto gaurdando la videochat del Corriere sull'intervista a Milena Gabanelli. Tocca un tasto abbastanza dolente, cioè quello dell'Italia che non funziona.
La Gabanelli dice una cosa di cui da tempo sono convinto e cioè che l'Italia non funziona perché c'è carenza di onestà. E la carenza di onestà si riflette in un sistema giudiziario che non funziona. In Italia non servono grandi eroi, servono solo persone che facciano la propria parte in modo onesto. Solo così un paese funziona.
Secondo punto, dice la Gabanelli, che sia difficile scavare in Italia non è vero: in realtà, lo dice in modo molto sottile, fare giornalismo scomodo in Italia è possibile, salvo che ovviamente i gruppi di pressione fanno la loro parte. Quello che suggerisce la giornalista è che in realtà la classe giornalistica in Italia non ha coraggio perchè se ce l'avesse potrebbe fare tranquillamente il proprio lavoro.
Credo che la realtà sia quella di un paese troppo frammentato, senza coesione, senza radici, che non condivide un progetto. L'Italia nasce per un desiderio imperialistico, quello dei Savoia di voler estendere il proprio dominio. Senza l'appoggio dei grandi stati europei, ottenuto attraverso la partecipazione alla guerra di Crimea, i Savoia non avrebbero potuto realizzare il loro progetto di unificazione di quello che fino ad allora era stato uno dei territori più frammentati d'Europa. Se infatti essi non avessero avuto il beneplacito di Francia, Germania e Asburgici, sarebbe stato molto difficile modificare l'equilibrio geo-politico della penisola senza incorrere nella reazione dei "grandi d'Europa". Questa tensione all'unificazione, però, non era condivisa in maniera sufficientemente diffusa a livello dei vari contesti locali: il Piemonte stava con i propri governanti, ma se pensiamo al Veneto, già vittima del tradimento napoleonico, gli studi sul boicottaggio del referendum fanno pensare alla volontà di rimanere sotto l'Austria. Nel sud, i Siciliani ne avevano già abbastanza di subire monarchie predatrici straniere da voler creare uno stato indipendente (e lì nacque la mafia): altro che un nuovo re quindi!
Forse bisognerebbe andare a rivisitare il modo con cui abbiamo imparato la storia sui libri di scuola, che sono (a torto o a ragione) decisivi nel formare la coscienza storica degli individui...

mercoledì 12 dicembre 2007

GrazieLondra

A poco più di una settimana dalla mia partenza, sento di dover ringraziare questa città, che in cinque mesi mi ha dato tanto anche se talvolta ha preteso tanto in termini di sicurezza personale. Stare via da casa non è facilissimo, io però non ne ho sentito molto il peso negli ultimi anni. Ma stavolta è stato diverso, sono partito in un periodo non facile della mia vita, è stata la prima volta che sono uscito "da adulto", in cui me la sono sempre cavata da solo. I soldi poi sono quello che cambia tutto: se te li devi guadagnare, fai uno degli scalini che ti portano a diventare adulto. Non posso dire di essere adulto, sono sempre il solito scassaballe insicuro presuntuoso di sempre (sono la sintesi delle antitesi direbbe qualcuno...mi piace sta frase, devo ricordarmela...) ma almeno sono diventato consapevole di esserlo. E qua cominciano i problemi. Ci penserò una volta a casa.
Intanto però devo dire grazie a Londra, una città che ti sorprende sempre. Una città in cui tutto funziona, in cui tutti sono al loro posto (a parte i negri....ho sviluppato il razzismo verso i negri. Sono maleducati, rumorosi e non hanno un minimo di cultura...in parte è colpa nostra, lo ammetto), in cui ti senti abbastanza sicuro, anche se torni a casa alle cinque di mattina (come oggi) e sai che non ti succede niente. La chiave è che qui la gente va a letto presto e, anche se no, non sta in giro tutta la notte a cazzeggiare e bere...
E poi la gente è valida...ok, hanno il vizio del sarcasmo ma, se gli fai capire che non lo gradisci (mai farlo durante il lavoro, potrebbero spedirti a casa come successo...) tornano al loro posto. E poi sono onesti, assomigliano alla gran parte dei veneti. La differenza è che sono meno stressati e meno ossessionati dal "scheo". Qua la gente è più tranquilla, più pacifica e, cosa che si nota subito, è sempre di buon umore. Verrebbe da dire che, paese nordico, la gente sia silenziosa e triste. Contrario: l'inglese medio è un pacioccone, che parla parecchio ma senza chiaccherare. Vivendoci, penso di aver capito un po' come funzionano: qua sono tranquilli perchè non devono continuamente pararsi il culo da uno stato che gli porta via tanto dando loro indietro poco e quindi la loro esistenza è serena. Non ci sono grandi problemi. E' questa la magia del welfare state di origine nordica.
E poi sono fondamentalmente solidali: se hai un problema, il vero inglese è empatico: ti sostiene, ti dà consigli, ti sta vicino. Un po' come il veneto medio. Con la differenza che il veneto e l'inglese vanno difficilmente d'accordo perchè entrambi all'inizio sono un po' diffidenti (giustamente...se vai a Napoli tutti amici, salvo poi prendertelo in culo quando hanno bisogno di qualcosa)e quindi ci sarebbe un clash of civilization..:) troppo chiusi entrambi, ci sarebbero problemi. Lo dice uno che sa di non essere il re degli aperti...
In ogni caso, visto che credo vivamente nell'importanza delle esperienze all'estero dei ventenni, consiglio di viverci per un po'. Poi si torna a casa con l'idea di come funzionano le cose in un paese civile (non che il Veneto non sia civile, ci mancherebbe) e un po' di idee su come migliorare la propria terra se si ha un po' di coscienza civile...

lunedì 10 dicembre 2007

PerchèOriginaleE'meglio

Oggi, visto che ormai mi sta prendendo il clima Natale+torno a casa, ho deciso di mandare la biblio a puttane e mettermi a fare tutte le cose che devo fare prima di andare via. A parte stamattina che ho mandato a casa un pacco di roba, oggi pomeriggio ho deciso di andare in centro (che figata poter dire che si è andati a fare un giro in centro, a Oxford Street...se fossi a casa al massimo mi scapperebbe un Via Roma o un Corso Garibaldi...se poi va di lusso c'è Corso Palladio...troooooooooooooppo figata) per vedere cosa offriva il mercato. Spetta, prima sono andato a Covent Garden, giusto per vedere chi suonava ed i mercatini. C'è sempre una bella atmosfera a Covent Garden...comunque dicevo che sono andato a Oxford Circus per cercare roba da regalarmi. A parte il resto, sono entrato alla Virgin a vedere i cd e mi sono preso il the best di Elvis e un cd dei Keane. Ma non voglio parlare della musica (che, ovvvvvvvvvvvvviamente per me è ottima...:) più che altro di quello che mi è venuto in mente...sono talmente abituato a scaricare musica (ma credo di poter utilizzare tranquillamente il "siamo") che ormai mi ero dimenticato che bello che è comperarsi un cd. Non è una cosa impersonale, fredda ma è come tornare bambini e scartare un regalo. Ok, mi prenderete per pazzo. Invece sto parlando seriamente. Il consumismo (e, in questo caso, internet) ci ha abituato che possiamo avere quello che vogliamo e x di più senza pagare. Quindi non facciamo più caso al gusto di comperarsi un cd, aprirlo, guardare dentro e leggere i testi (se poi lo fai sulla Northern Line), proprio come fanno i bambini quando gli arriva un regalo. Se poi te lo comperi con i soldi tuoi, non c'è rischio che cominci a prestarlo in giro se non hai almeno un cd della persona a cui lo presti...:)
Quindi, morale della favola...abbasso il consumismo e viva la piccola vita di tutti i giorni che ti fa accontentare di poco. E cavè el Musso Virtuae come go fato mi...

sabato 8 dicembre 2007

GiustiziaE'fatta

Forse esiste una giustizia divina. O forse è vero che, alla fine, quello che si semina si raccoglie.
Daniele Luttazzi è stato licenziato da La7, reo di aver rivolto accuse pesanti a Giuliano Ferrara nella nuova puntata di Decameron che, proprio per questo non andrà in onda.
All'inaugurazione del programma, i vertici della compagnia avevano assicurato all'ex Panfilo Maria Lippi la massima libertà di parola ma pare che il comico li abbia presi troppo in parola, addirittura varcando il confine tra satira e offesa.
Sinceramente, un po' di satira, come dice il direttore di rete, in televisione mancava. Fare ironia e spettacoli volgari travestiti da ironici è facile in Italia. Fare una satira vera e geniale, è cosa da pochi eletti. Luttazzi, fino a non molto tempo fa, ci riusciva.
Poi, complice l'"editto di Sofia", è stato preso da un mix tra delirio di onnipotenza e complesso della vittima che lo ha portato a ritenere di dover prendersela in maniera pesante con chiunque gli stesse a tiro.
Stavolta è capitato a Ferrara, in precedenza non sono stati risparmiati i politici, di tutti gli schieramenti politici, anche se con qualche preferenza...
Fare satira, in Italia, è come dappertutto un diritto sacrosanto. Così come i comici, se ritengono di dover "fare politica", sono liberi di farlo (Grecia docet). Quando però dalla satira si passa all'offesa personale (e Luttazzi non è nuovo a questo genere di cose) di sorpassa la linea del consentito, si lede il principio delle sfere di libertà che ordina la società.
Giustamente, quindi, il "povero" Luttazzi è stato punito per la sua hybris.
Se tornasse, insomma, a fare Tabloid, saremmo un po' tutti più contenti.

venerdì 7 dicembre 2007

HeyKidsLeaveTheTeachersAlone

Qui nella sempre più avanti Albione ultimamente c'è un nuovo dibattito che riguarda i metodi da usare per educare la gente a scuola.
A 25 anni dal 1982, da quando cioè sono state bandite dalle scuole, le punizioni corporali tornano ad animare i dibattiti dell'inglese medio, quello dell'impermeabile kaki sotto la pioggia di Londra.
Ebbene pare che, udite udite, si pensi di riammettere l'educazione con metodi un meno soft vista l'escalation di violenza che si registra verso maestri e professori: si calcola che l'anno scorso siano stati più del 90% gli insegnanti che hanno denunciato violenze ed intimidazioni da parte dei loro studenti.
Ovviamente è venuto fuori il casino perchè i benpensanti degli psicologi hanno ribadito che i metodi ragionevoli possono di più delle punizioni corporali. Giustamente è stato risposto loro che se ciò fosse vero, gli studenti inglesi dovrebbero essere i più disciplinati del mondo, cosa che invece è lungi dal vero, anzi. Pare che in Europa gli studenti inglesi siano infatti tra i peggiori.
Negli anni '70 i Pink, sulla scorta delle rivoluzioni sessantottine, cantavano la rabbia degli studenti verso un sistema giudicato eccessivamente repressivo e fondato sull'intimidazione verso i deboli studenti. Oggi siamo passati all'estremo opposto e pare che il sistema ne prenderà atto ancora una volta. Forse torneranno le punizioni corporali, forse no. Ma quel che conta è che qui un dibattito, qualunque dibattito, parte dal sacro principio del rispetto della posizione dell'avversario, perchè si ritiene che sia anch'essa fondata. Qui non c'è la demonizzazione di tutto ciò che non è pensiero proprio e, soprattutto, c'è molta più onestà: il rispetto della posizione dell'avversario nasce dalla consapevolezza che, come la propria, anche questa posa su convinzioni e non, generalmente parlando, su interessi di parte e giochi delle parti.
Il mio amico Checco che vive a Washington dice che in America niente è definitivo (forse De Beers avrebbe qualcosa da dire), che ogni cosa che non ottiene l'effetto sperato viene mmodificata. Di cose da imparare dagli anglosassoni ce ne sono, quindi benvengano robe tipo Erasmus o scambi internazionali (se un po' più seri in ogni caso). Chissà che non ci togliamo di dosso un po' di provincialismo...

mercoledì 5 dicembre 2007

StatoDiIncoscienza

Clementina Forleo sta per essere trasferita. Il Csm ha deciso che, a causa delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi in merito a pressioni di ambienti politici e che, rivelatesi infondate, hanno creato allarme ingiustificato nell'opinione pubblica, la Forleo, se ritenuta colpevole dopo la conclusione dell'istruttoria appena iniziata, dovrà essere trasferita e non potrà più svolgere funzioni monocratiche (potrà giudicare solo all'interno di un collegio).
Ripercorriamo le vicende: Clementina Forleo è stata uno dei gip chiamato ad indagare sulle vicende delle scalate bancarie che l'hanno scorso hanno tenuto banco. Conclusesi tutte in fallimenti da parte degli istituti di credito italiani, esse hanno visto finire in galera i protagonisti principali: Fiorani per BPI e Consorte per Unipol.
In più, tutte le intercettazioni diffuse sui quotidiani hanno ampiamente dimostrato la profonda connivenza tra ambienti politici ed economici (Fassino, D'Alema, Luigi Grillo e Bankitalia con Fazio, in un vortice di favori e controfavori nel quale si poteva perdere l'orientamento).
Inutile negare che quella delle scalate è stata una delle vicende più importanti dell'Italia degli ultimi anni in quanto le conseguenze sono state numerose: dimissioni di Fazio dopo un lungo tira e molla e ripresa di credibilità di Bankitalia sotto Draghi; tentativi plurimi di far passare la legge sulle intercettazioni; vendita di Antonveneta ad Abm Amro, fallimento della BPI oltre che galera per i personaggi predetti. Per non parlare del vergognoso balletto del viceministro Visco che ha preteso di allontanare i vertici della GDF lombarda che stavano indagando sulle vicende delle scalate.
Adesso il cerchio si chiude: Clementina Forleo in veste di gip milanese aveva cominciato ad indagare sulla complessa rete di relazioni politico economiche che pare fossero spesso sfociate dell'illegalità e la reazione degli ambienti politici non si è fatta attendere. In seguito a numerose pressioni da parte degli ambienti politici coinvolti, è stata aperta una procedura disciplinare che mira a dimostrare come le denunce della Forleo (talvolta in seguito a pressioni ad personam) siano ingiustificate e non supportate da prove.
Non credo sia il caso di commentare più di tanto: siamo di fronte all'ennesimo caso in cui la politica (sia di destra che di sinistra) alza le barriere attorno a sè, restringendo ancora di più il campo ed allontanandosi ulteriormente dall'opinione pubblica. La politica che conta numerosi amici nelle file della magistratura (lo stesso capo dello stato, che è anche presidente del CSM, buon uomo, non ha mosso un pollice per fermare il trasferimento del giudice di Catanzaro che stava indagando sui finanziamenti comunitari finiti in mazzette) fa in maniera di eliminare il (solo teorico) principio della separazione dei poteri, salvo poi fare la vittima (vedi Mastella) quando la giustizia bussa alla porta.
E non ho letto un articolo, fosse uno, a difesa di Forleo o del giudice di Catanzaro. Siamo proprio alla frutta. Tanto per citare un esempio: il caro Corriere della Sera, che l'anno scorso tanto si è speso per supportare l'Unione in quanto "moralmente più integra", oggi è lungi da fare un mea culpa e riconoscere che la merda, rossa bianca o nera, è sempre merda. Ma forse il caro Mieli preferisce la merda rossa.